Paola e Acri, per un pugno... di voti. Perrotta ko e Capalbo al ballottaggio, ma entrambi “pesano”
Una cinquantina di preferenze. Tanto è mancato ai sindaci uscenti di Paola e Acri, Roberto Perrotta e Pino Capalbo, per raggiungere i rispettivi obiettivi. Il candidato del Pd acrese contava su un successo al primo turno. E ce l'avrebbe anche fatta se fosse riuscito a raccattare quello 0,40 (+1) in più che gli avrebbe consentito di affacciarsi dal balcone di Palazzo Sanseverino con i gradi di primo cittadino, esattamente come negli ultimi cinque anni. Festa quanto meno rimandata. Perché se è vero che Capalbo ha scavato un solco tre sé e il competitor del ballottaggio (Natale Zanfini) - 49,6% contro 39,72% - non si può ignorare che c'è un 10,68% (tesoretto custodito nel forziere del terzo incomodo Angelo Giovanni Cofone) che potrebbe attraccare sull'una o sull'altra sponda. Per attinenza di area politica, Cofone (in quota centrosinistra con le liste Sinistra Italiana e M5S) potrebbe foraggiare Capalbo (nelle sue sette liste spicca il vessillo del Pd, sventolato da pochissimi altri candidati in modo ufficiale nelle altre contese elettorali calabresi) e affossare definitivamente il centrodestra, ma le “storie tese” tra i due esponenti del centrosinistra e il Patto di legalità sottoscritto tra Cofone e Zanfini prima del voto farebbe pendere la bilancia verso il ribaltone. Ma il ballottaggio è un'altra partita. Perché al ballottaggio non necessariamente 1 più 1 fa... 2. Anche scendendo al livello del mare, l'esito della contesa del prossimo 26 giugno si preannuncia incerta e legata ad eventuali apparentamenti (o presunti tali...). Per la prima nella sua storia politica a Paola, c'è da registrare l'uscita anzitempo del sindaco Perrotta che non sarà della partita al ballottaggio. Ma solo sulla carta. Perché i suoi 2.273 voti peseranno come un macigno sul verdetto finale. Restano alla finestra Emira Ciodaro (27,55%) e Giovanni Politano (25,71%): uno dei due occuperà lo scranno più importante della città di San Francesco da fine giugno e per i prossimi cinque anni (salvo scossoni, da tenere in conto quando i vantaggi sono così risicati...). Ma a garantire l'equilibrio e ingarbugliare ancor di più la matassa tirrenica contribuisce la presenza di due outsider che non hanno giocato il ruolo di comparsa e saranbno determinati: soprattutto il rappresentante del mondo dell'associazionismo, Andrea Signorelli, che può disporre di un pacchetto di 1.312 voti (a patto che decida di distribuirli...). Anche Paolo Alampi, teoricamente, può fungere da ago della bilancia con le sue 638 preferenze. Perchè a Paola come ad Acri, proprio come nel primo turno, si potrebbe andare al tappeto anche per un pugno... di voti.