Cosenza

Venerdì 22 Novembre 2024

Una Repubblica senza plastica disegnata dai bimbi di Cosenza - Foto

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Una Repubblica con tanto di passaporto per immaginare la partenza definitiva della plastica che sta inquinando il mondo. Riparte dai bambini l’impegno artistico di Pablo Dilet, pseudonimo artistico del giornalista palermitano Dario La Rosa, indirizzato ancora una volta alle tematiche ambientali. L’artista ha infatti concluso l’ultima fase del progetto Plastic con un progetto che ha visto come protagonisti i bambini, dai 3 ai 7 anni, di una scuola di Cosenza impegnata a diffondere buone pratiche educative di rispetto per l’ambiente. L’artista e Maria Carmela Casciaro della scuola Crescimondo, dopo aver creato la Plastic Free Republic, hanno fatto lavorare i bambini con appositi laboratori mirati a creare una consapevolezza intorno al tema dell’inquinamento da plastica in mare. Ne sono venuti fuori dei passaporti che raccontano con dolcezza e speranza il mondo sottomarino. I passaporti diventeranno adesso una mostra itinerante per la sensibilizzazione intorno al tema dell’inquinamento. La creazione del passaporto di una immaginaria “Plastic Free Republic” è infatti il foglio di via con cui liberare il pianeta ed i suoi mari dalla plastica. “Gli occhi dei bambini - racconta Dario La Rosa - sono capaci di vedere il mondo con grande semplicità e allo stesso tempo consapevolezza. E’ a loro e per loro che l’impegno verso un futuro sostenibile deve essere concreto e soprattutto condiviso” “Arte ed educazione al rispetto dell’ambiente - ha aggiunto Maria Carmela Casciaro, responsabile di Crescimondo - il binomio perfetto di questo progetto che ha entusiasmato molto i bambini di Crescimondo nel corso di questo anno scolastico” Il progetto Plastic Free Republica ha il patrocinio gratuito dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi e dell’organizzazione di Berlino Universal Sea. Il progetto Plastic è nato nel 1997 a Favignana, con una installazione in cui è stata ingabbiata la plastica approdata sulle tre isole dell’arcipelago ed un tappo finito nella pancia di una tartaruga salvata e poi tornata in libertà. L’anno successivo il simbolo del progetto è stato un manichino che ha girato le spiagge più belle delle Egadi.

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