«Lo Stretto di Messina non rappresenta un mare che ci divide, è piuttosto un ponte che unisce i territori naturalistici della Sicilia a quelli della Calabria». Con queste parole il presidente del Parco Nazionale della Sila Francesco Curcio ha accolto la visita di Angelo Merlino, a sua volta alla guida del Parco regionale delle Madonie. «Siamo felici di ospitare sul nostro altopiano i colleghi dell’ente siciliano – ha proseguito Curcio – con cui condividiamo quegli obiettivi che, in linea generale, puntano sulla valorizzazione della biodiversità, della natura e della cultura. Non è dunque un caso che i posti (dalla Sila catanzarese ai meravigliosi borghi della provincia cosentina fino alla scoperta delle migliori realtà agricole del Parco come il Consorzio Produttori della Patata della Sila Igp) in cui guideremo Merlino e parte dello staff del Parco Regionale delle Madonie tocchino proprio tali aspetti». «È sempre un piacere attraversare il Parco nazionale della Sila e immergersi nella sua natura, nella sua storia, nelle sue tradizioni – ha invece dichiarato il presidente del Parco Regionale delle Madonie Angelo Merlino -. Con gli amici dell’Ente silano, dallo scorso ottobre, abbiamo tra l’altro avuto modo di stipulare un protocollo di collaborazione incentrato sullo scambio concreto ed effettivo di buone pratiche. Un esempio? Se il Parco delle Madonie è divenuto primo Geoparco d’Italia, il Parco della Sila intraprenderà questo percorso; se, viceversa, il Parco della Sila ha già ottenuto il riconoscimento Mab Unesco, noi siamo pronti per farne richiesta: in questo cammino, ci aiuteremo a vicenda grazie al trasferimento di cognizioni ed esperienze». A ogni modo tra le tappe dell’itinerario dei due presidenti - oltre alla visita del citato fiore all’occhiello silano, il Consorzio produttori della Patata, alla presenza del responsabile Albino Carli - non è mancata quella negli spazi dell’Abbazia florense di San Giovanni in Fiore. Qui Curcio – pure accompagnato dal Direttore f.f. dell’Ente Parco Sila Domenico Cerminara - e Merlino sono stati accolti dal Presidente del Centro internazionale di Studi Gioachimiti Giuseppe Riccardo Succurro, nella veste di vero e proprio “cicerone” all’interno della chiesa abbaziale. «Il Parco della Sila – ha detto Succurro – unisce la grandiosità della Natura all’eccezionalità di forti momenti culturali che caratterizzano il territorio e, tra questi ultimi, non bisogna dimenticare l’Abbazia che risente del messaggio di Gioacchino da Fiore, tra i pochi “spiriti sapienti” che Dante collocò nel Paradiso della sua Commedia». Presente anche il vicesindaco di San Giovanni in Fiore Daniela Astorino che ha dichiarato: «Importantissimo che Curcio e Merlino abbiano scelto di visitare l’Abbazia florense e il centro storico in cui essa è situata: è appunto dalla storia e dal patrimonio culturale che il territorio deve ripartire».