Cosenza

Sabato 23 Novembre 2024

Successo della passeggiata nei luoghi della Cosenza ebraica

 
 
 

Sono stati diversi gli storici e gli intellettuali che si sono espressi sul retaggio ebraico nella città di Cosenza e non tutti nella stessa direzione, soprattutto quando si è trattato, ad esempio, di indicare i luoghi dove la comunità ebraica ha messo radici e fissato il suo quartiere od anche di stabilire dove è collocata a Cosenza la Sinagoga. A dare un contributo di conoscenza in questa direzione è stata la passeggiata culturale, dal titolo “Cosenza, tra storia e monumenti, alla scoperta del quartiere ebraico…per non dimenticare”, inserita nell'ambito del più ampio programma di iniziative del “Mese della memoria” che l'Amministrazione comunale, su impulso del Sindaco Franz Caruso, ha promosso per continuare a ricordare e riflettere sulla Shoah e sulle altre forme di discriminazione passate e su quelle ancora presenti. La passeggiata culturale nei luoghi della Cosenza ebraica ha fatto registrare un diffuso interesse. Più di 100 persone, nonostante le rigide temperature, hanno preso parte all'itinerario nel centro storico, promosso dall'Assessorato all'Artigianato, Commercio e Attività Produttive, guidato da Massimiliano Battaglia e curato dall'esperta d'arte e guida turistica Paola Morano. Questa sorta di nuova tensione verso la riemersione dell'ebraismo nei nostri territori indica che c'è ancora tanto da scoprire con una crescita di interesse che testimonia anche una forte curiosità nel cercare di ricomprendere dove fossero i luoghi della Giudecca a Cosenza, il quartiere nel quale esisteva la Sinagoga e dove la comunità ebraica era solita concentrare le sue attività. L'itinerario proposto dal Comune ha posto l'accento sui luoghi attenzionati dagli studi che si sono succeduti nel tempo. Si è partiti dalla Confluenza dei Fiumi, dove è stata evocata la millenaria leggenda di Re Alarico attraverso la scoperta della storia della Menorah, il candelabro a sette braccia simbolo della religione ebraica. Sull'argomento ha relazionato Gianfranco Confessore, regista cosentino della docufiction “Menorah Esodo 25”. Dopo aver percorso Via Lungo Crati Miceli ed aver attraversato la “postierla”, antica porta secondaria delle mura cittadine, i partecipanti hanno raggiunto via Cafarone il cui toponimo, secondo alcune tesi, riporterebbe alla memoria Cafarnao, antica città della Galilea, centro spirituale dell’evangelizzazione di Gesù. Altra tappa è stata Palazzo Gervasi che, stando ad alcune recenti ipotesi, rivelerebbe tracce relative alla localizzazione del quartiere ebraico e della Sinagoga. Visitata anche la Chiesa di Santa Chiara, dove è stato rinvenuto un mosaico che sembrerebbe riferibile alla stessa Sinagoga, e il Chiostro e il Monastero delle Vergini, il sito più probabile per la localizzazione di quest'ultima. Di particolare interesse la sosta in Piazza dei Follari dove, con l'ausilio di Francesco La Carbonara, Presidente dell'Associazione “Erbanetta” e curatore del Museo dinamico della Seta di Mendicino, si è evidenziato l'importante ruolo avuto dalla comunità ebraica nell'economia locale. Una presenza – la loro – particolarmente incisiva per molti settori, su tutti quello della seta. Ridiscesi nel quartiere Spirito Santo, i partecipanti alla passeggiata culturale, grazie all'apporto e al racconto dello storico Stefano Vecchione, hanno potuto poi ricordare uno degli episodi più drammatici della città di Cosenza durante il secondo conflitto mondiale: i bombardamenti anglo-americani del 1943 che causarono la morte di cinque bambini appena usciti dalla scuola elementare “Carmela Borelli”: Francesco Ferraro, Natalina Nigro, Antonietta Mauro, Anna Imbrogno e Francesca Pellegrino. L'itinerario si è poi concluso al Museo dei Brettii e degli Enotri con la visita alla mostra “Gli artisti Calabresi per la Shoah”, inserita nell'ampio programma del “Mese della memoria”. Altri itinerari seguiranno prossimamente “perché – come ha detto l'Assessore Massimiliano Battaglia - si tratta di occasioni che producono un significativo dinamismo culturale, turistico e sociale e che suscitano interesse e attenzione da parte di tanti cosentini che hanno visitato la città come se fossero loro stessi dei turisti”.

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