Cosenza

Domenica 24 Novembre 2024

A Cosenza tre donne testimoni del dolore provocato dalla furia mafiosa

 
Antonella Dodaro
Luigina Violetta
Maria Rosaria Cesarini
“Cento passi verso il 21 marzo” rappresenta un preciso impegno, assunto contro le mafie. Contro il silenzio e contro la paura. E lo dimostra il confronto con gli studenti degli istituti superiori della città, organizzato dai presidi di Cosenza “Sergio Cosmai” e Cassano “Fazio Cirolla” di Libera e dalla giunta comunale, guidata da Franz Caruso. A offrire la loro toccante testimonianza sono state tre donne: Antonella Dodaro, figlia di Mario Dodaro; Maria Rosaria Cesarini moglie di Fazio Cirolla e Luigina Violetta moglie di Luigi Gravina. Tre donne hanno raccontato tre uomini vittime innocenti della ‘ndrangheta.  Quelle di Dodaro, Gravina e Cirolla sono infatti storie di passioni, di sacrifici e di affermazione di diritti e di libertà.
 «Avevo un padre eccezionale ma poi ho scoperto anche che era un grande uomo, non aveva paura di niente e di nulla. Io me lo ricordo quel 18 dicembre dell’82, avevo 14 anni ma oggi dopo più di quarant’anni il dolore e l’assenza sono sempre uguali». Ha iniziato così il suo commovente racconto Antonella Dodaro in una sala silenziosa e attenta. «Pioveva ed ero a casa con mia madre. Ho sentito un boato terribile ed ho pensato fosse un terremoto. Poi le urla di mia madre e mio padre a terra pieno di sangue. Quello è l’ultima immagine nitida che ho di lui. Da quel giorno la mia vita è diventata diversa, innanzitutto perché non ho affrontato la sua morte subito e ci sono voluti tanti anni per accettare il dolore. Non ho avuto mio padre quando mi sono diplomata, quando mi sono iscritta all’università, quando mi sono sposata. Non ho avuto mio padre mai a causa della cattiveria di altri esseri umani. Non ho mai saputo chi ha ucciso mio padre, nel senso che tre persone sono state arrestate ma alla fine furono assolte.  Non ho ad oggi una verità giudiziaria rispetto a chi lo ha ucciso. Oggi devo ringraziare Libera perché è stata la prima a riconoscere mio padre vittima innocente di mafia» ha concluso Antonella Dodaro.
«Mio marito Luigi Gravina era un piccolo imprenditore coraggioso. Un uomo con la schiena dritta ed anche lui non si è piegato alle estorsioni, anzi, ha denunciato e per questo è stato ucciso». Lo ha detto durante l’incontro sua moglie Luigina Violetta. «Erano gli anni ’80 ed ancora non esisteva la cultura dell’antimafia ma mio marito ebbe coraggio e denunciò confidando nella giustizia. Fu ucciso tre giorni prima che iniziasse il processo contro i delinquenti della cosca Serpa di Paola. Avevo 26 anni e 5 figli e la mia vita da quel momento è cambiata radicalmente. L’unica cosa che mi consola è che subito dopo gli assassini sono stati arrestati e puniti ma, dopo quarantuno anni non riesco a perdonare perché il dolore è sempre vivo» ha concluso Luigina Violetta. «Siamo distrutti, come il primo giorno. Hanno distrutto la nostra famiglia, senza di lui è come non vivere» – ha detto Maria Rosaria Cesarini moglie di Fazio Cirolla ripercorrendo il giorno dell’assassino di suo marito 14 anni fa per errore a Cassano davanti a suo figlio. «Mio marito è stato trucidato per errore da due sicari all’interno di un negozio di ricambia Cassano sotto gli occhi di Marco, nostro figlio. Prima di morire ebbe solo il tempo di sussurrargli qualche parola raccomandandogli me e i suoi fratelli». La manifestazione ha registrato i contributi degli attori Lindo Nudo, Luca Di Pierno e Teresa Nardi che hanno letto tre brani dedicati alle vittime delle mafie.

 

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