Il Sindaco Franz Caruso ha preso parte questa mattina alle celebrazioni del Santissimo Crocifisso, intervenendo nel corso del Solenne Pontificale presieduto dall'Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano, Mons.Giovanni Checchinato, per rinnovare l'atto di affidamento della città di Cosenza e dei cosentini.
“E’ per me una grande emozione e, al tempo stesso, un grande privilegio – ha sottolineato Franz Caruso durante il suo intervento - ritrovarmi all’interno di questo Santuario che ha segnato, con quella del complesso conventuale e della Chiesa del Santissimo Crocifisso, una storia plurisecolare che è la storia stessa della città di Cosenza. Una storia – ha aggiunto il primo cittadino - contrappuntata dalla particolare devozione che la comunità cosentina ha nutrito e continua a nutrire per uno dei simboli di fede e spiritualità irrinunciabili della nostra città, particolarmente avvertito dalla popolazione. Oggi l’occasione – ha sottolineato ancora Franz Caruso -deve essere sì propizia per rinnovare il nostro atto devozionale in un clima che sia giustamente di festa, come vuole la tradizione, ma deve anche rappresentare un momento nel quale è importante riflettere sulle angustie del nostro tempo presente e rispetto alle quali tutti insieme siamo chiamati ad invocare l’aiuto del Santissimo Crocifisso”.
Nel suo intervento il Sindaco ha fatto riferimento “al tempo che stiamo vivendo e che ci pone di fronte a sofferenze e conflitti di ogni genere”, richiamando i difficili processi di pace, con particolare riferimento alla guerra in Ucraina, dove si continua a morire, e le stragi di innocenti che perdono la vita in mare o, come accaduto il 26 febbraio scorso in Calabria, a Steccato di Cutro, a pochi metri dalla riva, vittime dei flussi migratori gestiti dagli scafisti privi di scrupolo. “A questo si aggiunga – ha detto ancora Franz Caruso -il divario sociale che è fortemente aumentato nel nostro Paese e nelle nostre città e Cosenza è tra queste. In città sono presenti sacche di vecchie e nuove povertà che l’elevato costo della vita, il lavoro che manca ed altre emergenze hanno relegato ai margini della società, generando nelle istituzioni, molto spesso prive di risorse, preoccupazione e senso di smarrimento di fronte a criticità rispetto alle quali non è possibile organizzare risposte adeguate ed in grado di incidere veramente e di invertire la rotta. Vorremmo tanto come Ente di prossimità al cittadino – ha ancora ricordato Franz Caruso -nel solco di quella tradizione che ha sempre connotato Cosenza come città dell’accoglienza, dell’inclusione e della tolleranza nei confronti dell’altro da sé, poter contare su una diversa capacità reattiva ed in grado di apprestare le giuste forme di tutela ed intervento nei confronti di chi ha bisogno e popola l’area del disagio. A queste emergenze l’Amministrazione comunale reagisce con i mezzi a sua disposizione che non sono tanti e, molto spesso, ad aiutarci ad affrontare le criticità e il grido d’allarme che proviene da più parti, sono le associazioni del volontariato che in città rappresentano una autentica risorsa, capaci come sono di svolgere un’azione encomiabile e portatrice di una grande umanità. Non è un caso se Cosenza è stata proclamata quest’anno capitale del volontariato”.
Per Franz Caruso è “un atto dovuto, in una occasione così solenne, rivolgere il nostro pensiero a chi, a vario titolo, continua ad essere toccato dalla sofferenza e dall’angoscia. Sia l'istituzione comunale che la Chiesa cosentina, pur nei rispettivi ambiti istituzionali e nel rispetto delle reciproche prerogative, devono seguitare a camminare nell’unica direzione possibile che è quella di contribuire a cogliere i segnali di queste molteplici emergenze avendo cura di occuparsi degli ultimi, degli emarginati, dei migranti in cerca di una terra ospitale, anche con il prezioso contributo del terzo settore”.
Il Sindaco ha, infine, reso omaggio al Santissimo Crocifisso con un dono proveniente dall’orografia del territorio: una piccola ampolla con alcune gocce delle acque della confluenza dei fiumi Crati e Busento e una selezione simbolica della terra dei sette colli di Cosenza. “Una scelta – ha infine spiegato il Sindaco - il cui intento è quello di cementare il legame tra uomo, natura e spirito, che genera la nostra identità con la quale intendiamo affrontare tutte le sfide cui saremo chiamati in futuro”.
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