“Puoi farci piangere ma non puoi farci cedere. Noi siamo il fuoco sotto la cenere”. La curva Nord del Cosenza trasmette a parole, come meglio non avrebbe potuto, l’amore viscerale nutrito verso i colori rossoblù e lo fa scomodando un pezzo cult: “Noi, ragazzi di oggi”. E i ragazzi di oggi, quelli in campo, dimostrano di valere i 20mila del “Marulla”. La salvezza è il premio al lavoro clamoroso di Pierpaolo Bisoli: doveva solo arrivare “vivo” ai playout, l’ha spuntata fino in fondo. Anche il ds Goretti, in fin dei conti, ha compiuto l’impresa, costretto a ribaltare (o quasi) la squadra nel mercato di riparazione. E poi perché ha condotto in riva al Crati un giocatore meraviglioso: Peppe Caso ha deliziato anche i palati più esigenti. Tornerà al Genoa per restarvi e l’anno prossimo incrocerà i “lupi” da avversario. Nel frattempo, la prossima maglia che indosserà sarà quella azzurra della Nazionale (inserito dal ct Mancini tra i convocati dello stage dell’Italia). E alla fine la spunta anche Guarascio, che in mezzo al campo non fa mancare la solita dose di saltelli-salvezza. Adesso però ha una grandissima responsabilità: non disperdere l’entusiasmo che si è nuovamente sprigionato in riva al Crati. Finalino dedicato al Bati Larrivey: attraccato in riva al Crati nello scetticismo generale per via di una carta d’identità troppo ingiallita. La sua doppia firma sul ritorno dei playout salvezza gli vale la cittadinanza onoraria. A Cosenza, anche se dovesse decidere di smettere, si ricorderanno per sempre di lui. Perché per una notte è stato il fuoco sotto la cenere che ha bruciato i sogni del Vicenza e riacceso l’entusiasmo del popolo rossoblù.
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