Il Cosenza resta in B, il pagellone di tutti i rossoblù: da Matosevic a Larrivey, da Bisoli a Goretti
Una salvezza conquistata all’ultima “preghiera”, frutto di un finale di campionato in crescendo che ha premiato il lavoro di Bisoli e dei suoi. Tanti – troppi – giocatori hanno concluso la stagione (34 in organico) anche se almeno 5-6 non sono mai stati presi in considerazione dall’avvento dell’ultimo allenatore in poi. Ma ciò che conta, alla fine della giostra, è il risultato finale: salvezza. Stavolta senza passare dalla porta sul retro chiamata riammissione.
Matosevic 6,5
Il primo portiere della stagione (nell’esordio in Coppa Italia a Firenze) e anche l’ultimo (contro il Vicenza). In mezzo grandi parate ma anche clamorose indecisioni. Nel complesso il migliore dei “numeri uno” alternati nel corso della stagione. Deve crescere.
Vigorito 5,5
Dopo mesi e mesi di naftalina ci ha provato a riprendersi i guantoni di una squadra cadetta. È tornato ai box e quando è stato chiamato in causa non sempre ha convinto. Arrugginito.
Camporese 8
Sul podio dei più decisivi, con cinque gol pesantissimi: l’inzuccata da tre punti contro il Benevento vale mezza salvezza. Da confermare (c’è da parlare col Pordenone). E anche in fretta. Perno.
Hristov 5,5
Un investimento importante che non è stato all’altezza. È giovane, bisogna “riprovarci”. Non ha (ri)trovato il ritmo... del campionato italiano. Far la preparazione dall’inizio, nella prossima stagione, potrebbe essere un vantaggio non da poco. Incerto.
Tiritiello 5,5
Memorabile il gol di Parma, preceduto e seguito da diversi errori. Con Bisoli è sparito dai radar. Desaparecido.
Vaisanen 6
Prestazioni di spessore precedute e seguite da errori marchiani, ma con l’attenuante del grave infortunio. Il prossimo anno dovrà dimostrare chi è veramente. Incostante.
Rigione 6,5
Un po’ più continuo degli altri compagni di reparto. Di categoria.
Venturi 6
Strappa la sufficienza grazie a un finale di stagione promettente (partite contro il Vicenza incluse). In crescendo.
Liotti 7
Alti e bassi ma soprattutto i 90’ finali in cui dal suo sinistro educato sono sbocciate le azioni che hanno ispirato gol e salvezza. Assist-man.
Palmiero 5,5
Inizio da “proprietario” del centrocampo, ma nel primo momento di crisi della squadra è crollato anche lui e non si è più rivista la versione “uomo-squadra”. Appassito.
Carraro 6,5
Sufficienza strappata (anche qualcosa in più) nel finale dopo che, proprio come Palmiero, si era spento in seguito a un avvio scoppiettante, impreziosito dalla perla su punizione nel derby col Crotone. Tenace.
Kongolo 5,5
Potenzialità fisiche fuori dalla norma ma anche tanta confusione. Troppo ciondolante in mezzo al campo, soprattutto quando i ritmi si alzano. Rimandato.
Florenzi 9
Sdoganato più per necessità che per scelta nell’avvio di stagione segnato dalla presenza di numerosi “baby” della Primavera, ha risalito la china fino a diventare un inamovibile. È mancato solo il gol. Capitan futuro.
Gerbo 6
Era stato messo sul mercato dalla società ma è stato “ripescato” da Bisoli. Ci ha messo del suo (in positivo) quando è stato chiamato in causa. Affidabile.
Vallocchia 6
Il ds Goretti ci punta. Non sempre è parso all’altezza della categoria, ma la crescita nel finale è sotto gli occhi di tutti. Uno come lui in organico ci sta. In risalita.
Di Pardo 6
Tra gli esterni di fascia destra è stato quello che ha convinto di più, seppur non siano mancate le distrazioni in fase difensiva. Presente.
Situm 6
Un paio di gol a referto, giocate da top ma anche gare anonime ed errori nelle retrovie. Altalenante.
Boultam 5,5
Centrocampista di qualità, ma non ha lasciato il segno. Pochi guizzi degni di nota, tante sostituzioni. Acerbo.
Millico 6,5
Devastato anche quest’anno dagli infortuni. In alcune occasioni ha mostrato che ha la stoffa del giocatore di categoria superiore ma non ha potuto farlo con continuità. Sfigato.
Caso 9,5
A lui il voto più alto. Magari non sempre ne è stato degno perché il suo essere testardamente “solista” a volte ha messo in difficoltà la squadra, ma è senza dubbio l’uomo più determinante: gol, assist, sprint. Un piacere per gli occhi. Delizioso.
Laura 5,5
L’esaltazione del “vorrei ma non posso”. Qualità fisiche e atletiche evidenti ma in alcune occasioni è apparso un pesce fuor d’acqua. Grandi strappi ma anche errori banali. Talento spaesato.
Gori 7
Avrebbe potuto agguantare la doppia cifra. Il Covid gli ha fatto chiudere la stagione in anticipo. Un grande peccato, perché con Caso duettava da Dio. Rimpianto.
Zilli 8
Due colpi di testa: un gol segnato e uno “procurato”, ma anche tanta personalità e sfacciataggine. Fondamenta.
Larrivey 9
Alla fine ha fatto la differenza mettendosi in testa al branco e difendendo la tana a suon di gol. Doppietta storica contro il Vicenza. Lupo vero.
Bisoli 9
Ha salvato una squadra che per molti era già spacciata e che prima di lui (da Zaffaroni a Occhiuzzi) aveva cambiato già una volta l’allenatore. Può bastare? Sì. E nonostante ciò la conferma non è scontata. Tarantolato.
Sarri, Pirrello, Sy, Bittante, Voca, Ndoj, Kristoffersen, Pandolfi, Arioli sv
Per un motivo o per un altro sono rimasti troppo poco in campo (o per nulla), non possono essere giudicati.
Roberto Goretti (direttore sportivo) 7,5
Voto condizionato dall’impresa finale. Ha faticato tremendamente ma era perfettamente cosciente di avere ereditato una brutta gatta da pelare: prendere una squadra “in disarmo” a pochissime settimane dall’inizio del campionato e con un organico infarcito di rincalzi e giocatori della Primavera. Una quarantina, nel complesso, gli elementi messi a disposizione degli allenatori (tre, alla fine) se si considerano i confermati della passata stagione e i nuovi arrivati nelle due finestre di mercato. Ma alla fine ha raggiunto l’obiettivo stagionale, non dargliene atto sarebbe da orbi e prevenuti. Riscatto.