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Cosenza, il “lupo” caccia la testa fuori dalla... tana. Ora Dionigi merita una squadra completa

Buonissima la prima. Non era mai accaduto nel quinquennio In B griffato Guarascio che il Cosenza rubasse la scena. Mai un successo all'avvio (tre pareggi - contro Ascoli e Crotone in trasferta e in casa contro la Virtus Entella - e una sconfitta - sempre contro l'Ascoli, lo scorso anno)... fino a ieri. Siccome i “lupi” erano in vena, nella notte delle Streghe (ma stavolta le signore svolazzanti con il naso lungo e la scopa hanno viste gli altri...), si sono concessi il lusso di sfatare un altro tabù, che durava da 561 giorni. Un'eternità. Larri-gol e soci non violavano un giardino altrui esattamente da poco oltre un anno e mezzo. Tutto in una notte. Non bisogna farsi inebriare troppo dal colpaccio in casa del Benevento, ma di sicuro i “lupi” hanno finalmente cacciato la testa fuori dal sacco, conquistando la prima metà della classifica: non accadeva da vent'anni. E poco importa se, in sostanza, l'ampia clessidra cadetta ha partorito appena il primo granello. Perché, se è il percorso quello che conta - anche più della meta -, le emozioni del “Vigorito” valgono più del prezzo del biglietto (per non contare i costi complessivi della trasferta...) dei quasi 700 cuori rossoblù approdati in Campania. Poter cantare, dopo un'attesa infinita, «La capolista se ne va», vale una stagione intera per chi ogni anno è stato costretto a partenze a handicap, sospiri, fremiti e a tutte le sensazioni più estreme. E poi perché? Per amore del Cosenza.

E adesso?

Non è stato fatto assolutamente nulla - e ci mancherebbe - ma intanto stamattina i tifosi silani si sono alzati poggiando a terra il piede giusto. Il presidente Guarascio invita alla calma, a restare umili. Giustissimo. Ma non può passare inosservato che il Cosenza ha battuto (due volte, perché anche in amichevole era finito 0-1) una delle corazzate del campionato, dopo aver resistito anche contro il Bologna in Coppa Italia. Senza creare false aspettative, ciò che bisognerà fare è completare il prima possibile la squadra. Magari puntellando l'organico già in vista della gara interna di domenica sera contro il Modena: la prima vera partita della stagione dei cosentini che potranno misurarsi contro una squadra in lotta per restare in B. E stavolta dovranno fare la partita, non limitarsi a sfruttare spazi e opportunità concesse dagli avversari. Ecco perché il patron, tra un sorriso e un colpo d'idrante sull'entusiasmo dei tifosi, deve anche assecondare le richieste del suo ds Gemmi (a sua volta stimolato dal tecnico Dionigi). Un portiere (a meno che non resti Vigorito), un difensore di piede mancino (magari salutando un paio di esuberi in organico), un quinto di centrocampo, un centrocampista centrale e un esterno offensivo. Cinque pedine per dimostrare che il Cosenza c'è e che, no, quella di Benevento non è stata solo una bravata di mezza estate.

 

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