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Cosenza, nella desolazione luccica una “Pipita” d’oro: Nasti-gol riaccende la speranza

Una “Pipita” d’oro. Nella notte del derby, a Cosenza, è scoppiata la Marco Nasti-mania. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando l’aspirante giocatore che sognava il palcoscenico di San Siro muoveva i primi passi nella Polisportiva Lombardia Uno. Provava e riprovava quei movimenti da attaccante centrale, abile a destreggiarsi su tutto il fronte d’attacco, bravo a smarcarsi e anticipare il difensore. Una sorta di piccola Higuain, come lo aveva “ribattezzato” il manuale del calcio “La Giovane Italia”. E le aspettative, nel vivaio rossonero, Nasti le aveva mantenute tutte. Poi, lo step successivo tra i professionisti e la grande occasione con la maglia del Cosenza, in serie B. Il trampolino di lancio ideale, in un club che negli ultimi anni ha fatto spiccare il volo a giovani di belle speranze come Tutino e Caso. Ma fino al minuto 89 del derby tra rossoblù e Reggina, in tanti (tutti) si chiedevano se valesse ancora la pena di continuare ad attenderlo. Ma nel calcio ogni istante è buono per prendersi la scena. E così l’attaccante classe 2003 ha scelto una serata di gala per mostrare di che pasta fosse. Boom-boom, due perle (la prima in condominio con il difensore amaranto Terranova) una dietro l’altra, in 180 secondi. La doppietta che rilancia clamorosamente il Cosenza nella corsa salvezza, salva la panchina di Viali (la valigia del tecnico era già pronta e da giorni si respirava ormai l’atmosfera da casting negli uffici del presidente Guarascio) e urla al campionato cadetto (per ora basti quello…): “Ci sono anche io”. “La Giovane Italia” ci ha visto proprio giusto, perché entrambe le reti realizzate dal centravanti di fatica e movimento del Cosenza hanno tutto per ricordare il Pipita: senso del gol, tempismo, capacità di arrivare un decimo di secondo prima – che poi è quello che fa la differenza – dell’avversario. E adesso? Alt, adesso viene proprio il difficile. Perché le aspettative schizzeranno alle stelle. Ed è qui che Nasti dovrà farsi trovare pronto. Anche perché la classifica del Cosenza, nonostante il successo in rimonta nel derby, resta terribile. Come se non bastasse, inoltre, all’orizzonte c’è la proibitiva trasferta sotto la Lanterna contro il Genoa di Gilardino (un altro attaccante che potrebbe essere accostato al “20” del Cosenza per caratteristiche) ormai lanciato verso il ritorno immediato nella massima serie. Nessuno nell’immediato chiederà a Nasti il bis, logicamente, ma adesso che ha guadagnato la maglia da titolare nell’ultima notte buona per tornare a sperare, il giocatore scuola Milan non dovrà mollarla più. Magari non da lunedì in Liguria, ma già dalla partita successiva (al “Marulla” arriva una Spal in grandissimo affanno), le sue giocate alla “Pipita” dovranno essere rispolverate. Perché se la notte del derby sarà un unicum nella stagione anonima dell’attaccante lombardo il rischio che nessuno se ne ricordi più, col tempo – se non per rispolverare le statistiche del derby Cosenza-Reggina –, è tanto. Ha appena vent’anni (20, come il numero di maglia indossato) ma già un compito dal coefficiente di difficoltà enorme: salvare il Cosenza. Per essere un degno erede dei vari Tutino e Caso. E per meritarsi definitivamente l’appellativo di “piccolo Higuain”. Solo così il palcoscenico di San Siro sarò più vicino. I tifosi rossoblù incrociano le dita e fanno il tifo per lui.

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