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Cosenza, i minuti di gloria scolpiti nella storia: Marulla 7’ pts, Frascatore 94’... Brescianini 96’

La premessa, sia chiaro, vale più di tutto il resto: il Cosenza è ancora lontano dal potersi definire al sicuro né tantomeno salvo. Perché i rossoblù navigano ancora in cattive acque di classifica (playout), perché sono tanti e tali gli scontri diretti da qui alla fine del campionato che ogni passo falso potrebbe valerne... due e, soprattutto, perché quando hai alle spalle squadre come Brescia, Benevento e Spal (non certo allestite per salvare la pelle in categoria) e attorno organici come quello del Venezia, dormire comodi non si può. Esaurita la premessa, però, sarebbe ingiusto non celebrare la riscossa rossoblù. La nuova primavera (stagione stimolante, evidentemente, se ogni anno si sterza in corrispondenza dell'arrivo delle rondini) del Cosenza di Viali. I silani stanno riuscendo a rovesciare (lui - il tecnico - che di rovesciate se ne intende) i pronostici e, da vittime sacrificali del campionato, sono passati a squadra in piena corsa per non retrocedere.

I minuti che fanno la storia

Tutta una questione di attimi. Di un attimo. Quello giusto, quello in cui il cuoio accarezza la rete o vi sbatte violentemente contro. L'effetto è lo stesso: gioia pura, memoria eterna di chi ama. Di chi quell'istante, quel minuto, non lo dimenticherà mai. Saprà dire, anche a distanza di decenni, con chi e dove era. E magari quale jeans indossava...

E nell'arco di 90' (e più; molti di più quando si giocano i supplementari) quegli attimi non sono tutti gli stessi. Alcuni scivolano via, anonimi, tra un giro palla e una rimessa laterale, mentre altri sono destinati a rimanere scolpiti nella storia. Numeri esaltati dal grassetto della memoria a lungo termine. Ce ne sono tanti nella storia di un club o di una Nazionale. Perché per milioni di italiani il minuto 69 di Italia-Germania, valevole come finale dei Mondiali dell'82, è goduria pura, perché lo abbinano all'urlo di Marco Tardelli, autore del 2-0 che, sì, ci avvicinò a toccarlo quel globo plasmato nell'oro. Oppure provate a chiedere a un tifoso del Manchester Utd cosa rappresentino i minuti 91 e 93: quelli del pareggio... con sorpasso nella finale di Champions, a firma Sheringham-Solskjaer, contro un Bayern Monaco annichilito e devastato nell'anima.

Due esempi, ma ce ne sarebbero centinaia. E tanti ne ha vissuto, ne vive e ne vivrà ogni squadra di club. Il Cosenza ha i “suoi”, personalissimi, minuti di gloria. Su tutti il 7’ del primo tempo supplementare dello spareggio per non retrocedere giocato a Pescara (stagione 1990-1991): un bolide scacciapensieri di Marulla che col tempo si è trasformato nella suoneria più dolce di gran parte dei supporter rossoblù (parole di Pizzul e “musica” del Tamburino di Stilo). E poi il minuto 94, abbinato, nella storia recente, all'autorete (a favore) più goffa e magica per chi ama il rosso e il blu: sfortunato protagonista Frascatore del Sudtirol che, c'è da scommetterci, una volta appese le scarpette al chiodo, un giro di pinte gratis (uno solo?) dalle parti della città dei bruzi dovrà pure venire a “incassarlo” dopo aver involontariamente (al 94’ della gara di ritorno al Marulla) consegnato la finale playoff per la promozione in B dopo 15 anni di attesa. E poi? E poi c'è lui, Brescianini, in attesa di capire se il sinistro, tanto forte quanto chirurgico affondato nelle carni nel Frosinone, del talento scuola Milan possa valere un podio così prestigioso. Potrebbe valere la storia di un'intera stagione, di sicuro. Al momento si candida a gol rossoblù dell'anno. Al momento è Brescianini 96’.

 

 

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