La storia di un innocente. Che ha pagato un prezzo altissimo: il pubblico ludibrio e la sospensione dall'esercizio sacerdotale. Poi la fine dell'incubo ma non della sofferenza. «Vorrei prima di morire poter dire Messa, è la cosa che più desidero»: padre Fedele Bisceglia ha 83 anni ed alle spalle una vita movimentata. Una vita di gioie (tante) e di dolori (intensi). È un frate francescano, ha fatto il medico missionario in Congo (e non solo), ha costruito un centro di accoglienza - l’Oasi Francescana” - che gli è stato poi sottratto. Un centro realizzato senza l’utilizzo di fondi pubblici ma con l’esclusivo contributo volontario di centinaia di persone. Padre Fedele è pure sempre stato il punto di riferimento per la tifoseria calcistica del Cosenza calcio: ha aiutato tanti ragazzi ultrà e costruito con loro belle pagine di solidarietà e non violenza. Il frate vive in povertà, senza soldi. «Sono il sacerdote più povero del mondo» spiega «ricevo una pensione che dono interamente ai bisognosi e non ho un soldo da parte». Il frate quotidianamente, al mattino, fa il giro per gli esercizi pubblici - i bar in particolare - per raccogliere tutto quello che non è stato consumato e distribuirlo ai poveri. «La mia auto» dice « è sempre piena e sempre vuota: nel senso che la riempio al mattino di tutti generi alimentari che mi donano e nel giro di qualche ora li dono a chi non ha da mangiare».
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