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A tu per tu con padre Fedele Bisceglia: "Prima di morire vorrei tornare a celebrare Messa"

Da sei anni il francescano aspetta di potere almeno per una volta riprendere ad amministrare in pubblico una funzione religiosa

La storia di un innocente. Che ha pagato un prezzo altissimo: il pubblico ludibrio e la sospensione dall'esercizio sacerdotale. Poi la fine dell'incubo ma non della sofferenza.  «Vorrei prima di morire poter dire Messa, è la cosa che più desidero»: padre Fedele Bisceglia ha 83 anni ed alle spalle una vita movimentata. Una vita di gioie (tante) e di dolori (intensi). È un frate francescano, ha fatto il medico missionario in Congo (e non solo), ha costruito un centro di accoglienza - l’Oasi Francescana” - che gli è stato poi sottratto. Un centro realizzato senza l’utilizzo di fondi pubblici ma con l’esclusivo contributo volontario di centinaia di persone. Padre Fedele è pure sempre stato il punto di riferimento per la tifoseria calcistica del Cosenza calcio: ha aiutato tanti ragazzi ultrà e costruito con loro belle pagine di solidarietà e non violenza. Il frate vive in povertà, senza soldi. «Sono il sacerdote più povero del mondo» spiega «ricevo una pensione che dono interamente ai bisognosi e non ho un soldo da parte». Il frate quotidianamente, al mattino, fa il giro per gli esercizi pubblici - i bar in particolare - per raccogliere tutto quello che non è stato consumato e distribuirlo ai poveri. «La mia auto» dice « è sempre piena e sempre vuota: nel senso che la riempio al mattino di tutti generi alimentari che mi donano e nel giro di qualche ora li dono a chi non ha da mangiare».

Ma Fedele Bisceglia non può più celebrare pubblicamente messa e raccogliere le confessioni dei fedeli da quando è stato accusato di aver addirittura stuprato una suora. Un’accusa rivelatasi totalmente priva di fondamento e dalla quale è stato assolto ormai da sei anni con sentenza passata in giudicato dopo una difficile battaglia giudiziaria. Oggi della suora sua accusatrice dice: «Se l’incontrassi l’abbraccerei. L’ho perdonata, così come ho perdonato anche quanti dentro la Chiesa hanno detto cose gravi contro di me. Io sono un uomo di Cristo e perdono. Tutti.»
Poi la confessione: «Nella mia vita ho peccato come tutti gli uomini ma confido nella misericordia di Dio a cui mi abbandono». Perdono e misericordia, due parole forti. «Vorrei prima di morire celebrare la Messa» continua il frate «mi manca troppo e spero davvero di poterlo fare prima di lasciare questa terra». Chissà se qualcuno l’ascolterà.

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