Le vite nascoste. Di uomini con professioni, gusti, culture e sensibilità diversi accomunati, tuttavia, dal “vizio” del gioco. “L’azzardo” (Rizzoli 235 pagine), il noir scritto dall'attore e regista Peppino Mazzotta e dall'autore teatrale e docente di Storia dell'Arte, Igor Esposito, è il frutto di una lunga amicizia tra gli autori e di una collaborazione artistica particolarmente fruttuosa in campo teatrale. Un'amicizia diventata adesso anche traccia letteraria con questo libro che l'attore calabrese e il professore napoletano propongono ai lettori mettendo insieme due importanti tradizioni e, diremmo, passioni italiche: l'arte, soprattutto la pittura, e il calcio.
Due mondi apparentemente distanti che Mazzotta e Esposito invece, grazie a un originale gioco d'incroci letterari, avvicinano in modo originale con lo scopo di dimostrare come temi culturali alti possano essere approcciati anche attraverso percorsi per così dire popolari.
La storia racconta di gente che spende i soldi destinati a pagare le bollette di casa scommettendo sui risultati delle partite di calcio. La voce narrante è quella di Leandro, un copista di celebri tele, una sorta di maestro del settore. Il pittore, realizzando copie perfette di dipinti già esistenti è convinto di poter prolungare, attraverso la propria maestria, la vita delle bellezze artistiche prodotte nei secoli da uomini e donne di talento. È per questa ragione che rinuncia a dar spazio alla propria creatività. Gli accadimenti, tuttavia, l'indurranno a cambiare la “regola” che s'è imposto.
Il libro è stato presentato oggi pomeriggio a Cosenza.
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