Gestioni allegre, superficiali, sprechi, inefficienze, ma anche gravi errori di progettazione e di esecuzione dei lavori alla base dei mali della sanità calabrese e dell’enorme deficit per risanare il quale siamo da due anni alle prese con un piano di rientro lacrime e sangue. Un esempio? Il DEA dell’ospedale civile di Cosenza, ovvero il nuovo dipartimento delle emergenze che dopo 19 anni finalmente sarà inaugurato nel prossimo mese di luglio. Progettato agli inizi degli anni 90, questa struttura che avrebbe dovuto garantire una più efficace e ottimale gestione delle attività di pronto soccorso con spazi e locali adeguati, ha avuto un percorso molto accidentato, un classico in Calabria. I lavori partiti nel 93 stanno finalmente per concludersi. Nel mezzo tante speranze, tante attese, tanti avvii e tanti stop, ovviamente costi lievitati enormemente. Ma fin qui tutto normale si potrebbe dire. Il bello, o meglio, il paradosso è che a lavori quasi finiti si sono accorti che mancava l’impianto delle condutture per l’ossigeno. E allora? Si è sfasciato tutto per inserirle. Una disattenzione, sottovalutazione, incapacità, chiamatala come volete costata 5 milioni di euro. Ciò ovviamente ha comportato anche l’allungamento dei tempi e il permanere dei disagi per pazienti e operatori costretti in un pronto soccorso, quello attuale, assolutamente inidoneo.
Come è possibile sbagliare una progettazione? Come è possibile essere superficiali su lavori cosi importanti? E’ giusto sprecare in questo modo i soldi pubblici? E purtroppo questo non è un caso sporadico. Tante le anomalie, le incongruenze nella realizzazione di opere pubbliche. A causa di questo modo di fare, per cui nessuno paga, i calabresi si ritrovano con servizi spesso inefficienti e con un costo della sanità altissimo che sta diventando proibitivo per molte persone che rinunciano a curarsi. (
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