Confronto tra esperti, magistrati e avvocati sul valore probatorio della prova scientifica nel processo penale, quello organizzato a Cosenza dall’ordine degli avvocati. In una sala gremita nella biblioteca “Arnoni” del tribunale bruzio il problema della scientificità della prova è stato sezionato e analizzato da più punti di vista: quello legale con gli avvocati Massimiliano Coppa e Marcello Manna, della magistratura inquirente con il sostituto procuratore della DDA di Catanzaro PierPaolo Bruni, dei consulenti con il criminalista Luca Chianelli, direttore del Centro Investigazioni Scientifiche di Cosenza, il prof. Francesco Bruno, il criminologo Natale Fusaro, docente alla Sapienza di Roma, i medici legali Pietrantonio Ricci dell’Università magna Grecia di Catanzaro e Bernardo Cavalcanti dell’ASP di Cosenza. Nel corso degli interventi, aperti dal saluto del presidente dell’ordine Oreste Morcavallo, è stata sottolineata la necessità che la prova scientifica non solo debba sempre reggere alla prova della resistenza, ma che debba essere acquisita con criteri oggettivi, standardizzati. “Quello che unisce scienza e processo penale è la consulenza tecnica che – come ha sottolineato il criminalista Luca Chianelli - deve accertare quando una prova diventa scientifica rispettando il metodo e la procedura riconosciuta a livello internazionale”. Poi l’invito a distinguere tra professionisti seri e sedicenti consulenti che spesso creano problemi facendo errori grossolani con il rischio di inficiare il principio della imparzialità della giustizia.
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