
Costituire un impianto consortile per il riuso delle acque reflue delle olive che si possono depurare. La strada adottata è quella delle tecnologie separative. E’ questa la sfida che il comune di Saracena, nel cosentino, si è data insieme ai titolari dei frantoi che da queste parti sono numerosi e costituiscono un segmento importante della filiera dell’olio di cui questo comprensorio è uno dei maggiori produttori. In tal modo si potranno abbattere i costi per le realtà locali. Il progetto è stato lanciato nel corso di un convegno su scala nazionale , promosso dall’Associazione la “Città degli Olio” di cui Saraceno è membro. Primo passaggio la raccolta dei dati oggettivi di produzione di acque di vegetazione, analisi dei dati e verifica dei costi.
Come ha sottolineato l'assessore Giovanni Gagliardi occorre intensificare la collaborazione anche per la valorizzazione del prodotto. Un olio prodotto senza inquinare l’ambiente – ha continuato – ha un valore comunicativo e commerciale maggiore. È molto importante – ha concluso l’assessore al marketing territoriale – che i produttori e i trasformatori saracenari della filiera olivicola comincino a parlarsi per fare azioni comuni.
Alla manifestazione hanno partecipato numerose aziende
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