Immediata la contestazione della Comunità Montana italo-arbereshe del Pollino alla proposta di legge, licenziata dalla competente commissione consiliare regionale per l’istituzione di una nuova azienda per la gestione della forestazione e le politiche della montagna, in pratica una nuova riedizione dell’AFOR oggi in liquidazione. I sindaci della comunità montana del Pollino nel corso di un incontro hanno chiesto alla regione l’immediato ritiro della PDl che dovrebbe essere discussa nel prossimo consiglio, esprimendo tutte le perplessità sull’iniziativa, definita “un maldestro tentativo del governo regionale di impossessarsi del patrimonio delle comunità montane per utilizzarlo quale ‘massa attiva’ per ripianare gli enormi debiti della disciolta Afor”. La nuova azienda, secondo i sindaci, non offrirebbe nessuna garanzia sulla certezza dei finanziamenti, sul destino dei lavoratori e, soprattutto, mortifica la democrazia sui territori lasciando esclusivamente in capo al presidente della giunta regionale ogni decisione o scelta in materia di future assunzioni inerenti il patrimonio montano. I sindaci chiedono quindi, di riaprire la discussione sul riassetto istituzionale nella regione in base alla nuova normativa che rende obbligatoria la gestione dei servizi in forma associata nei comuni con popolazione tra i 3.000 e i 5.000 abitanti. Nel frattempo si sindaci della comunità del Pollino lavoreranno al progetto di una Unione dei comuni montani per la gestione associata dei servizi fondamentali.
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