Al via oggi davanti la sede del Parco Nazionale del Pollino la serie di manifestazioni di proteste proclamate dal comitato pro-centrale del Mercuri che ha rivolto anche un appello al presidente del consiglio Monti e al ministro all’ambiente Clini per la riattivazione della centrale del Mercure dopo lo stop arrivato dal Consiglio di Stato che ha accolto i ricorsi contro la riapertura della centrale. “In questo modo – sostiene il comitato – si mandano in fumo migliaia di preziosi posti di lavoro nella filiera delle biomasse che vive già una profonda crisi, devastando le aspettative di tante famiglie e si vanificano 10 anni di lavori e autorizzazioni”. La centrale riconvertita a biomasse, realizzata con tecnologie all’avanguardia e dotata di tutte le misure di sicurezza, dalla provata compatibilità ambientale poteva segnare , secondo il comitato, una svolta per lo sviluppo del territorio. “Si butta al vento una importante opportunità non per anomalie tecniche, ma per cavilli burocratici”. I sit in iniziati oggi proseguiranno anche nei prossimi giorni. Intanto, anche le segreterie regionali di categoria di CGIL, CISL e UIL criticano aspramente la decisione del consiglio di Stato e parlano di “burocrazia che blocca lo sviluppo”.
Altre reazioni: "Che Paese è mai questo? Non bastassero i problemi in cui ci troviamo per gli effetti di una crisi globale; non bastassero i problemi per una gestione precedente del Paese che a definirla allegra si rischia di passare per buonisti e che ha portato la gestione attuale a deliberare misure di 'lacrime e sangue' per le famiglie, adesso ci si mette anche la burocrazia ad annullare quelle piccole cose buone che, nonostante le difficoltà, stavano vedendo la luce". Lo affermano le segreterie regionali calabresi di Filctem-Cgil,Flaei-Cisl e Uilcem-Uil facendo riferimento all'annullamento da parte del Consiglio di Stato del decreto della Regione con cui si autorizzava l'Enel all'esercizio della centrale a biomasse del Mercure. "Dopo anni di ricorsi e controricorsi dei signori del 'no' - prosegue la nota - che, approfittando del fatto che non sopportano alcuna conseguenza quando non si vedono riconoscere le loro puerili ragioni, continuano a godere masochisticamente delle mancate occasioni di sviluppo, allungando a dismisura i tempi degli investimenti, col rischio di far fuggire le aziende che intendono investire sul territorio. Nonostante tutto la Centrale del Mercure, sita nel Comune di Laino Borgo stava per essere riportata nelle condizioni di partire in produzione. Pronta per partire lo era già da sette anni, ma dopo un periodo così lungo di fermo, dovuto sempre ai ricorsi presentati, c'é stato bisogno di oltre un anno di manutenzione per rimetterla in sesto con conseguente ulteriore esborso economico a carico dell'azienda". ***"La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) accoglie con "soddisfazione la decisione con propria sentenza dell'1 agosto 2012 del Consiglio di Stato che ha riscontrato, infatti, un vizio procedurale dovuto alla mancata convocazione di una delle parti alla Conferenza dei Servizi". Lo riporta una nota dell'organizzazione. "La Ola vigilerà, assieme a tutte le altre associazioni e comitati del territorio calabro-lucano, al fine di evitare che i vertici del Parco nazionale del Pollino non facciano nuovamente rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, rispettando le normative di salvaguardia che nemmeno un ministro della Repubblica può pensare di derogare".
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