Eredità amara per un settantatreenne carabiniere in pensione, residente nel Cosentino, che rischia di non riuscire a incassare i centomila euro maturati grazie agli interessi e alla costante rivalutazione di 1.900 lire depositate nel lontano 1930 dal nonno su un libretto postale. Il conto è stato manovrato per l’ultima volta nel 1959, mentre l’ex carabiniere ha scoperto in una vecchia cassapanca il libretto solo lo scorso maggio, quindi abbondantemente dopo
i trent’anni trascorsi i quali, secondo una disposizione del ministero, i conti non movimentati vengono chiusi d’ufficio. Così, quando s’è presentato all’ufficio postale di Mongrassano per cercare di incassare il denaro ereditato, l’anziano nipote s’è sentito rifiutare la consegna da parte dei dipendenti delle Pt. S’è perciò affidato a un avvocato che ha preparato un atto di citazione per cercare di ottenere lo sblocco dell’inghippo
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