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La paternità sospetta e
l’ipotesi terzo killer

rosellina e barbara indrieri

È dall’esame comparativo del dna di Barbara Indrieri, la 26enne uccisa insiemealla madre Rosellina il 16 febbraio dello scorso anno, che la Dda di Catanzaro spera di accertare le reali motivazioni celate dietro all’eccidio di San Lorenzo del Vallo. Il sospetto del procuratore Vincenzo Lombardo, dell’aggiunto Giuseppe Borrelli e del pm
Vincenzo Luberto è che la vittima prescelta dai killer fosse proprio la ragazza. Casuale appare infatti la morte della madre, finita nella linea di tiro degli assassini. Così come solleva parecchi dubbi il fatto che i sicari non abbiano finito l’altro figlio di Rosellina, Silas, rimasto ferito durante l’agguato. A Barbara è stato invece riservato un trattamento diverso: inseguita fin sul balcone e ammazzata con due colpi a bruciapelo al petto e alla testa. Ma perché uccidere in questo modo una ragazza così giovane? Forse – ed è questo l’interrogativo che i magistrati antimafia vogliono sciogliere grazie all’esame del dna – Barbara Indrieri (che aveva mantenuto il cognome della madre) non era la figlia di Gaetano De Marco, l’uomo risparmiato durante la strage perché addormentato in un’altra stanza ma ucciso nelle settimane successive. Il padre naturale della 26enne potrebbe invece essere il fratello di Gaetano De Marco, Aldo, responsabile dell’omicidio del 22enne Domenico Presta, figlio dell’ex primula della ‘ndrangheta cosentina Franco, ammazzato nel gennaio del 2011. Rimangono tanti, però, i tasselli da mettere in ordine per ricostruire il mosaico. A cominciare dall’ipotetica presenza sulla scena
del delitto di un terzo assassino. Una tesi che lo stesso procuratore Lombardo non si sente di escludere.

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