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Morì in corsia,
indagati medici
e infermieri

L’insegnante sarebbe morto per uno «shock emorragico emoperitoneo» cagionato da una «erronea e scorretta emostasi rivelatasi inidoneaa comprimere stabilmente i vasi sanguigni nel contesto dei tessuti clippati». L’erronea manovra è addebitata dalla magistratura inquirente al chirurgo che trattò il paziente. Altri due medici e tre infermieri, in servizio nel reparto dove Loria era stato allocato, sono accusati di non aver valutato le condizioni del degente, la gestione del drenaggio chirugico, il monitoraggio dei parametri vitali mediante la misurazione della pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e respiratoria, la temperatura corporea, non considerando, inoltre, lo stato ipotensivo di Loria non pervenendo così ad una tempestiva diagnosi della emorragia che era in atto e, conseguentemente, non realizzando un’adeguata assistenza post-operatoria.
I sanitari, che si protestano innocenti, potranno entro venti giorni dalla ricezione dell’avviso di chiusura delle indagini presentare delle memorie difensive oppure chiedere d’essere interrogati. I familiari del profosseroe Loria sono invece pronti a costituirsi parte civile in un eventuale processo.


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