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I tre “fantasmi”
incredibilmente
finiti a... giudizio

di cicco

I “fantasmi” dell’aula. Uomini ingioiati dalla “lupara bianca” ma incredibilmente rimasti sotto processo. Se dovessimo usare un richiamo letterario parleremmo, citando il geniale Bram Stoker, di “non morti” (almeno giudiziariamente). Nel Cosentino ce ne sono tre: Antonio Benincasa, Luca Bruni e Salvatore Di Cicco. Tutti e tre sono da tempo passati a miglior vita ma risultano imputati. Come se, dall’Aldilà, potessero partecipare ai dibattimenti, difendersi e scontare le condanne. Il nostro è, d’altronde, un Paese strano nel quale per far sparire da un atto giudiziario la dicitura «latitante» o «irreperibile» accanto al nome d’un morto, occorre per forza disporre d’un cadavere.

Antonio Benincasa, per tutti “Vallanzasca”, è sparito da nove anni a Cosenza. Esattamente dal 22 maggio del 2003.

Luca Bruni, 36 anni, scomparso per lupara bianca a Rende il tre gennaio di quest’anno, dovrà invece comparire (?) davanti al Gup di Catanzaro a novembre prossimo nell’ambito del maxiprocesso “Telesis”.

Salvatore Di Cicco, spedito all’altromondo dai suoi “compari” è invece detentore d’un record giudiziario: è l’unico imputato italiano condannato, negli ultimi vent’anni, all’ergastolo da...morto.

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