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Il boss silenzioso
e le gravi accuse
dei pentiti

Il fuoco incrociato della magistratura inquirente. Concentrato su Ettore Lanzino, 57 anni, il boss arrestato dai carabinieri venerdì scorso a Rende. Il cinquantasettenne è stato interrogato, ieri sera, alla presenza dei suoi legali, gli avvocati Marcello Manna e Gianluca Garritano, nel carcere bruzio.
L’uomo è stato sentito per rogatoria dal gip, Salvatore Carpino. Nessun tentennamento, niente passi indietro: “Ettaruzzu” ha risposto a muso duro alle gravi accuse
contestategli dalla Dda di Catanzaro. «Mi sono dato alla latitanza nel 2008 – ha detto – perché avevo fatto cinque anni al 41 bis ed ero poi stato assolto. Sono accusato
– ha aggiunto – solo dai collaboratori di giustizia che non offrono riscontri alle loro parole». Discorso chiuso. Il superboss, condannato all’ergastolo nell’aprile scorso perché ritenuto mandante di due omicidi, ha fatto rientro in cella senza mostrare alcun segno di cedimento. Da sempre è abituato a parlare poco.

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