Il catanese Pietro Arcidiacono, in forza al Nuovo Cosenza, chiede scusa dopo aver mostrato nel match di sabato scorso con il Sambiase la maglia con la scritta "Speziale innocente", il ragazzo condannato ad otto anni per l'omicidio preterintenzionale dell'ispettore di polizia Filippo Raciti il 2 febbraio del 2007 durante il derby tra Catania e Palermo.
Una "bravata" che gli è già costata un Daspo di tre anni e una squalificadel giudice sportivo fino al 20 luglio de 2013 che lo costringerà all'inattività forzata. Poche parole, all'hotel Royal di Cosenza, quelle pronunciate dall'attaccante del Cosenza, seduto accanto all'avvocato Aristide Leonetti, per giustificare il suo comportamento al " D'Ippolito" di Lamezia Terme. " Innanzittutto chiedo scusa alla vedova Raciti e alla sua famiglia, alla polizia e a quanti si sono sentiti offesi. Io volevo solo manifestare la vicinanza ad un ragazzo del mio quartiere ma ho scelto, evidentemente, il modo sbagliato. Nessuno in società sapeva niente, né i miei compagni, nè lo staff tecnico, è stata una mia iniziativa e adesso mi assumo tutte le responsabilità".
Una "bravata" che gli è già costata un Daspo di tre anni e una squalificadel giudice sportivo fino al 20 luglio de 2013 che lo costringerà all'inattività forzata. Poche parole, all'hotel Royal di Cosenza, quelle pronunciate dall'attaccante del Cosenza, seduto accanto all'avvocato Aristide Leonetti, per giustificare il suo comportamento al " D'Ippolito" di Lamezia Terme. " Innanzittutto chiedo scusa alla vedova Raciti e alla sua famiglia, alla polizia e a quanti si sono sentiti offesi. Io volevo solo manifestare la vicinanza ad un ragazzo del mio quartiere ma ho scelto, evidentemente, il modo sbagliato. Nessuno in società sapeva niente, né i miei compagni, nè lo staff tecnico, è stata una mia iniziativa e adesso mi assumo tutte le responsabilità".
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