“Adolfo D’Ambrosio non è mai stato condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso né tantomeno può essere considerato elemento di spicco della cosca Lanzino, dato non ricavabile da alcun elemento” E’ questa la precisazione dell’avvocato Cesare Badolato, legale di fiducia di D’Ambrosio dopo la diffusione da parte degli organi di informazione della notizia che tra le persone coinvolte nell’inchiesta della DDA di Catanzaro su presunte erogazioni pubbliche da parte del comune di Rende a soggetti vicini o familiari di boss che ieri ha portato ad una serie di perquisizioni operate dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e dagli uomini della DIA, risultava anche l’uomo in quanto marito della donna che risulta aggiudicataria dell’affidamento di alcuni locali comunali da adibire a bar, il Bar Colibrì. Anche su questo punto interviene la precisazione dell’avvocato Badolato: “D’Ambrosio è separato dalla moglie dal 2007, il bar risulta di proprietà della donna ed era stato dato in comodato nel 2003, quindi ben prima dei fatti oggetto di indagini. L’uomo d’altronde non ha mai ricevuto favoritismi dal comune di Rende, continua il legale, anzi è stato licenziato, lavorava come giardiniere, dopo aver riportato una condanna mite e non certo per reato associativo, sottolinea l’avvocato nel processo Twister nel
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