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Falsi esami, la pesante
denuncia di Pino Nano

L’inchiesta sui falsi esami all’Unical è approdata davanti al giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, che ha competenza distrettuale per i reati informatici. Ieri la prima udienza che si è aperta proprio con l’anticipazione della richiesta dell’ateneo di Arcavacata di costituirsi come parte civile - richiesta che sarà avanzata anche da un docente dell’Ateneo cosentino - sulla quale il giudice, Giovanna Mastroianni, si è riservata di decidere il 7 ottobre. Sessantuno gli imputati per i quali i pm Antonio Tridico e Alessia Miele hanno chiesto il rinvio a giudizio. Quattordici le archiviazioni già disposte e tre i patteggiamenti concordati. L’inchiesta “centodieci e lode” continua, però, a riservare sorprese anche in questa fase processuale. La più clamorosa riguarda un esposto, coraggioso e documentato, firmato dal giornalista Pino Nano, già caporedattore della Rai calabrese, finito nel vortice dell’indagine con l’accusa di aver pure lui usufruito dell’ipotizzato sistema di “fabbricazione” degli esami. Nella denuncia, formalizzata nei giorni scorsi, il giornalista parla della «soppressione, distruzione o dell’occultamento degli atti personali attinenti alla mia carriera universitaria». Qualcuno, insomma, avrebbe fatto sparire le “carte”.

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