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Dimissioni sindaco
tiepide reazioni

vittorio cavalcanti

“Un atto di chiarezza nei confronti della città, un gesto nell’interesse e nel bene del presente e del futuro della città”. Cosi Vittorio Cavalcanti, sindaco di Rende, esponente del PD motiva le sue dimissioni nel corso di una diretta su TEN. Il primo cittadino parla di grande solitudine,  di isolamento, di incapacità di fare rete da parte delle varie componenti, ma soprattutto da parte della sua coalizione in un momento di grandissima difficoltà acuita anche dalla vicenda giudiziaria. Cavalcanti ritiene giunto il momento di parlare con chiarezza e con grande sincerità ai cittadini. Far comprendere loro le criticità nella gestione della cosa pubblica e non solo per la grave crisi che si ripercuote necessariamente sugli enti locali, ma anche per errori del passato. Sono state accumulate  difficoltà che oggi ingessano e rendono tutto più complicato. Nessuno vuole negare la gloriosa storia di questa città, ma non si può vivere sul passato e del passato e ignorare il contesto presente Il sindaco non può essere lasciato da solo a fronteggiare disfunzioni, malesseri e problematiche. Si sarebbe aspettato un confronto serrato, leale, aperto, in nome del bene comune, sui temi più importanti, invece – dice – ho visto frammentazione, disinteresse, incomprensione. Sulla decisione probabilmente gravano anche le recenti vicende giudiziarie che hanno portato alla commissione d’accesso antimafia e su cui c’è stato un silenzio assordante, anzi si è colpevolizzata quella discontinuità rivendicata dal sindaco e non per negare la tradizione gloriosa del passato, ma per correggere qualche errore. “Nel premettere massima fiducia nei magistrati e rispetto totale nel loro operato – ha detto Cavalcanti -  non possiamo più nascondere o minimizzare un dato: Rende non è una isola felice, come non lo è nessuna realtà,  ci sono, purtroppo, contesti malavitosi, organizzazioni criminali. Con la stessa franchezza dico però che non c’è stato, per quello che mi consta, condizionamento sulla amministrazione. Indubbiamente, bisogna rafforzare le buone pratiche amministrative, obiettivo che per me è sempre stato prioritario in questa esperienza, dire qualche no in più e non lasciare il sindaco da solo a farlo”. Dimissioni che avrebbero dovuto innescare una profonda reazione “spero – ha detto – che si apra una riflessione seria per il bene della città e dei cittadini”, ma al momento si registrano tiepide reazioni. Il reggente del PD calabrese, Giovanni Puccio,  ha auspicato un ripensamento.  Vicinanza dal sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto. Vedremo se entro i 20 giorni previsti dalla legge Cavalcanti ci ripenserà oppure si andrà verso lo scioglimento anticipato della legislatura. 

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