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Crisi comunale ormai
risolta, pronta la
nuova giunta

La crisi è rientrata. Come nei miracoli politici raccontati dalla semantica democristiana del secolo scorso, quella delle “convergenze parallele” e dei governi della “non sfiducia”, pure l’intoppo istituzional-amministrativo cosentino trova la sua attesa soluzione. Sulla defenestrazione del vicesindaco Katya Gentile – figlia dell’assessore regionale ai Lavori pubblici Pino e nipote del coordinatore vicario del PdL, Antonio – hanno la meglio le «ragioni di opportunità» molto più pratiche che macchiavelliche. Il ragionamento fatto nelle segreterie di Udc (partito del sindaco) e Pdl (dell’ex vice) è il seguente: con la crisi di consensi registrata dai “centristi” alle elezioni parlamentari e locali e con lo spettro d’un Popolo della libertà che arretra in tutto il Paese, mandare a gambe all’aria l’esperienza di governo bruzia significherebbe lanciarsi in un harakiri tanto fragoroso da far invidia a Yukio Mishima (scrittore a cui la destra è storicamente legata) morto suicida nel lontano Giappone. Non solo: la crisi di Cosenza rischia d’incrinare i rapporti regionali tra gli eredi di Casini e i seguaci di Angelino Alfano. Meglio, dunque, soprassedere e andare avanti. La soluzione trovata per uscire dall’impasse non è molto diversa da quelle adottate per decenni dai governi locali e nazionali per formare maggioranze: l’utilizzo del celeberrimo “manuale Cencelli”.

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