
Alessandro Bozzo, 40 anni, è morto suicida il 15 marzo scorso. Sulle ragioni del gesto è stata aperta un’inchiesta dalla Procura, culminata nel sequestro del computer usato dal giornalista, del telefonino cellulare e di tre agende. Gli ultimi tre anni di vita di questo cronista dalla schiena dritta e il sorriso illuminante, sono infatti raccontati in tre “diari di bordo”. «Li ho trovati nel cassetto della sua scrivania in redazione – racconta il padre Franco – e descrivono ogni più piccola sfaccettatura delle difficoltà in cui mio figlio si dibatteva». Il genitore chiede «verità e giustizia » sulla morte del figlio. Nelle scorse settimane Franco Bozzo è stato interrogato dal procuratore aggiunto, Domenico Airoma e dal pm Maria Francesca Cerchiara, ai quali il procuratore Dario Granieri ha affidato la direzione delle indagini. Le ipotesi di reato a cui i pubblici ministeri stanno lavorando sono l’istigazione al suicidio e la violenza privata. Alessandro s’è ucciso sparandosi un colpo alla testa con la pistola che deteneva legalmente. L’arma è stata affidata ad un consulente per opportune verifiche. Sono attualmente all’esame degli investigatori i tabulati riferiti alle conversazioni telefoniche avute da Bozzo
Caricamento commenti
Commenta la notizia