Un vero e proprio tariffario del pizzo: da un minimo di 400 euro ad un massimo di 6000 euro al mese. A Cosenza e dintorni pagavano tutti. Il commercio dell'area urbana sotto scacco della criminalità organizzata. E' quanto emerso dall'operazione "Magnete" che ha portato oggi agli arresti di quattro persone. Le ordinanze cautelari emesse dalla Procura della Repubblica di Catanzaro eseguite dagli uomini della squadra mobile di Cosenza e del reparto prevenzione crimine settentrionale. In manette Mario Musacco, 63 anni, pregiudicato, accusato di essere promotore e contabile del gruppo criminale, Armando Giannone, 67 anni e Santo Cozza, 29.Secondo gli investigatori erano gli addetti alla riscossione del pizzo. Infine Caterina Palermo, 55 anni, moglie di Francesco Perna, presunto capo della cosca. La donna avrebbe percepito i proventi di alcune estorsioni. Tutti gli indagati farebbero parte di quella che gli inquirenti definiscono " associazione a delinquere di tipo mafioso armata ed organizzata denominata Perna- Cicero".Nel corso della conferenza stampa a cui hanno preso parte il questore di Cosenza, Alfredo Anzalone, il Capo della squadra mobile bruzia, Antonio Miglietta e il Procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale antimafia, Giovanni Bombardieri è stato sottolineato come "l'indagine ha permesso- tramite un'attività di ricerca della prova, svolta a mezzo di intercettazioni ambientali e telefoniche- un'accurata ricostruzione del gruppo criminale che opera nel territorio bruzio imponendo una capillare pressione estorsiva a commercianti ed imprenditori". Musacco, secondo quanto reso noto, gestiva l'affaire estorsioni dalla clinica dove era ricoverato. I destinatari dell'ordinanza sono stati rintracciati presso le rispettive abitazioni e associati alla locale casa circondariale.
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