“I dati diffusi dalla CGIA di Mestre sul Sommerso nelle regioni italiane sono dei dati lontani dalla realtà. Vogliono semplicemente avvalorare l’idea che il Mezzogiorno sia la “pecora nera” del Paese e il Nord invece ne costituisca l’area virtuosa”. Dura la replica di Benedetto Di Iacovo, presidente della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare, alla Cgia di Mestre che ha relegato con le sue stime la Calabria all’ultimo posto della classifica nazionale per quanto riguarda il sommerso in Italia. “Si tratta – aggiunge Di Iacovo - di stime prive di contenuto scientifico e contraddittorie che vogliono maldestramente dimostrare che i mali della nostra economia sono tutti da attribuirsi al peso delle regioni meridionali. Non a caso i commenti a questi dati miravano a screditare l’economia meridionale. Una impostazione - sottolinea Di Jacovo - non solo priva di qualunque motivazione scientifica, non solo sbagliata dal punto di vista fattuale, ma inaccettabile dal punto di vista politico perché tende a criminalizzare ingiustamente una parte dell’Italia. La commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare, grazie ad un metodo di stima ormai testato da anni è giunta a risultati che sono diversi rispetto a quelli della CGIA e soprattutto sono in linea con quelle che sono le stime delle principali fonti statistiche accreditate (ISTAT, UnionCamere, Banca di Italia, Sindacati nazionali). Considerato il particolare momento di crisi mondiale, nessuno nega che il dato del lavoro sommerso in Calabria sia ancora grave, ma su due punti non si può condividere l’analisi fatta dalla CGIA di Mestre”. Per Di Iacovo “il primo punto riguarda il fatto che dai differenziali fra le regioni italiane emerge l’aspetto negativo solo al Sud quando invece il sommerso esiste anche nelle regioni del centro Nord, dove raggiunge valori consistenti, anche se probabilmente è un sommerso con origini e manifestazioni diverse. Infatti il rapporto della Uil nazionale individuava in Verona la città con il più alto tasso di sommerso in Italia ed uno spiccato aumento del fenomeno proprio in regioni come la Lombardia, il Veneto, la Liguria, la Campania, il Lazio. Il secondo punto riguarda il fatto che il sommerso ed il numero dei lavoratori irregolari in Calabria è ormai in diminuzione da molti anni a seguito delle politiche messe in atto dai Governi regionali che si sono succeduti. Il trend decennale del sommerso è positivo ed evidenzia l’outlook effettivo di questo fenomeno nella nostra regione dove si registra una decrescita costante del fenomeno. Dal picco di 210.000 irregolari dell’anno 2004, si giunge al 2012 con 137.00 unità ed una diminuzione di 10 punti % e di 73.000 unità irregolari emerse. Il gettito erariale diretto recuperato e disponibile – dice ancora Di Iacovo - per la regione in questi anni attraverso le politiche di emersione supera i 250 milioni di euro ed è questo un dato che dimostra che investire in politiche di emersione conviene”.
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