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Una banca nella banca
'cresta' su conti clienti

Una banca nella banca per sistemare parenti e amici con assunzioni fittizie,  in cui convogliare i soldi sottratti dai conti di ignari clienti. Un’accusa grave quella ipotizzata dal procuratore aggiunto del tribunale di Cosenza Domenico Airoma e dagli uomini della polizia tributaria della guardia di Finanza del comando provinciale bruzio, che ha portato all’emissione e all’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo per quasi 200 mila euro nei confronti del cognato e della suocera del direttore della filiale di Cosenza di Banca Sviluppo, Giacomo Caruso. I soldi del raggiro sarebbero infatti finiti prevalentemente sui conti dei due. L’ipotesi tracciata dagli inquirenti  è che il direttore avrebbe sottratto 770 mila euro dai depositi  di 13 clienti, ma soprattutto da quelli di un imprenditore, con i quali in parte pagava le persone che il procuratore aggiunto Airoma definisce ‘vicine a lui’, in parte finivano su conti di suoi familiari. A scoprire la cosiddetta banca parallela la direzione generale di Banca Sviluppo che avrebbe mandato a Cosenza, nei mesi scorsi, i suoi ispettori per verificare dubbi e sospetti su operazioni anomale, ma anche l’articolato esposto di un cliente  che denunciavano la strana gestione e il presunto raggiro ai suoi danni. Una corposa relazione consegnata alla procura guidata da Dario Granirei, confermata e sostanziata dalle immediate indagini delle fiamme gialle scaturite nel primo provvedimento di sequestro, ma si prevedono ulteriori sviluppi perché la platea dei ‘raggirati’ potrebbe essere ben più vasta. Come accertato dagli inquirenti il direttore avrebbe persino dirottato le comunicazioni tra la banca centrale e i clienti, domiciliandoli artatamente presso la filiale,  per evitare che le operazioni sospette venissero alla luce e nei casi in cui qualche correntista  si rendeva conto dell’ammanco prometteva interessi molto alti sui depositi. Ovviamente le accuse sono tutte da provare e questa e la fase preliminare per cui vale la presunzione di innocenza, ma inquieta e non poco la presunta spregiudicatezza e la frequenza di questi comportamenti illeciti e illegali. Sembra che in questo paese, in questa regione prevalga la regola del più furbo dell’interesse personale a scapito di tutto e tutti, della violazione costante delle regole. Poche, o forse troppe, mele marce che mettono in crisi il sistema e le persone perbene.

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