Tra le istantanee dell’inizio anno scolastico 2013 in Calabria non ci sono solo i tradizionali saluti istituzionali, il vociare di alunni e studenti, zaino in spalla, l’immancabile monito-appello dei sindacati, c’è anche, ed è forte, emblematica, la protesta di un amministratore locale, l’assessore alla scuola del comune di Cosenza, Geppino De Rose, che stamani si è incatenato davanti la scuola elementare Cuturella di Via Popilia, uno dei quartieri più popolosi e difficili della città dei bruzi. Un gesto forte contro quello che viene definito un attentato al diritto allo studio per le famiglie meno abbienti, il taglio del 56% comunicato dalla regione al municipio bruzio sulla fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo. “Il taglio dei bonus libri – ha detto De Rose - da 450 mila euro a poco più di 190 mila, comporta un rischio enorme, circa 2400 famiglie consentine non potranno comprare i libri ai figli”. L’assessore punta l’indice contro il silenzio assordante di tutti i partiti politici e dei sindacati e poi una provocazione: “Mi autodenuncio, fotocopierò i libri per le famiglie”. L’assessore ha informato della situazione anche il Ministro Carrozza. I tagli ai fondi per assicurare i libri alle famiglie meno abbienti, ultimo atto di un processo di smantellamento della scuola pubblica, sono stati negli ultimi anni pesantissimi, fatti con la mannaia. A fronte di ciò si può ancora parlare di scuola pubblica e di diritto allo studio? Che futuro può avere la Calabria se perde anche l’opportunità dell’istruzione?
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