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Sangue infetto,
nuova denuncia

  Chi pensava che l’inchiesta sul “sangue infetto” fosse ormai finita nel dimenticatoio, deve adesso fare i conti con una nuova denuncia. Sarà formalizzata stamane da un “superstite”. Il trentaseienne che il 19 giugno scorso si ritrovò in vena liquido ematico contaminato. Era ricoverato all’“Annunziata” di Cosenza ed aveva bisogno di una trasfusione. Gli fu iniettato del sangue contenente il batterio “Serratia Marcences” un “nemico” micidiale per gli uomini. L’uomo ebbe subito uno shock settico ed i medici faticarono per strapparlo alla morte. Non avrebbe avuto uguale fortuna il pensionato di Rende, Cesare Ruffolo –pure lui ospite del nosocomio cosentino – morto il mese dopo per una trasfusione. Per il decesso sono indagati, a vario titolo, sette dirigenti ospedalieri. Ora le indagini ricevono nuovo impulso dalla denuncia del “superstite” che chiede si proceda per lesioni colpose nei confronti dei responsabili di quanto accaduto. Gl’investigatori hanno già pedissequamente ricostruito le fasi della contaminazione del più giovane degente, registrata nel giugno scorso. E lo hanno fatto grazie al meticoloso lavoro svolto dai carabinieri del Nas. Anche in quel caso il batterio pare fosse stato veicolato nella sacca dall’utilizzo del sapone. Il paziente, tuttavia, resistette all’azione nefasta del germe.

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