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Latorre a Stella
'becere falsità'

Il rettore dell’Università della Calabria replica a muso duro all’articolo di Gian Antonio Stella sul Corsera di oggi: “L’obiettivo sbagliato degli studenti calabresi”. Per il rettore Latorre è “un concentrato di violenza verbale e di arbitrarie elucubrazioni indirizzate contro un’istituzione accademica, l’Università della Calabria, che ha prestigio e dignità da vendere. Un intervento ingeneroso. Offensivo. Attraversato da un antimeridionalismo becero e viziato da un chiaro pregiudizio. Sorprendente per la genericità delle affermazioni e la siderale distanza dalla realtà”. E dopo aver premesso che si sta valutando l’opportunità di una difesa legale per tutelare l’ateneo smonta le affermazioni:” I nostri laureati, diversamente da quello che il censore trevigiano afferma, lasciano l’Università della Calabria con una preparazione di tutto rispetto e si distinguono per capacità e competenze in ogni parte d’Italia, d’Europa e del mondo. Il che significa, anche e soprattutto, che ad Arcavacata viene erogata una didattica di assoluta qualità e che i docenti dell’Ateneo sono all’altezza del loro compito. L’indagine annualmente condotta dal consorzio “Alma Laurea” (Bologna) al riguardo è chiarissima ed evidenzia come l’accesso al mondo del lavoro dei nostri laureati, a distanza di 1, 3 e 5 anni dal conseguimento del titolo, è quasi in linea con i dati nazionali. Il “teorema” di Stella, poi, è debole e deludente anche riguardo alle posizioni che l’Università della Calabria occupa nelle classifiche internazionali, europee e italiane che, con fare “giustizialista”, egli decreta quali indiscutibili elementi di conferma della sua opinione/condanna.  Dopo appena quarant’anni di vita – questa è l’unica annotazione che Stella riporta correttamente! – non è davvero poca cosa che l’Università della Calabria risulti al 675° posto su 21 mila atenei nella graduatoria stilata dal “Cybermetrics Lab” e che occupi il 237° posto a livello europeo. Classifiche, giova ricordarlo, in cui ha un peso rilevante la dimensione dell’Ateneo, elemento che inevitabilmente penalizza un Ateneo di medie dimensioni (830 docenti) come Arcavacata.  Altra sorpresa, poi, è che Stella giudichi insufficiente, anzi connotato di una presunta e gratuita inadeguatezza, scientifica e accademica, la 38^ posizione, su ottanta, assegnata dal Sole24Ore al Campus di Arcavacata. Nulla, al contrario, il giornalista ha ritenuto di dover dire della valutazione Anvur  - l’unica condotta con criteri scientifici da un’agenzia statale terza - nella quale l’Università della Calabria risulta al 25° posto tra le università italiane al top in tutte le aree scientifiche e sulle 81 sottoposte a valutazione; della classifica Censis-la Repubblica, per i servizi agli studenti, che vede l’Unical da anni stabilmente ai primi posti tra gli atenei del nostro Paese, e dei brillanti risultati che, in ogni settore scientifico, la ricerca dell’Unical registra anche attraverso prestigiose collaborazioni internazionali. Stella ha mai riflettuto che tutto questo è stato ottenuto nella regione con uno dei PIL più bassi d’Europa e che, nonostante tutto, per esempio, l’Università della Calabria è riuscita a piazzarsi molto meglio di tanti atenei del nord, in cui pubblico e privato, in tutte le loro espressioni, hanno mezzi e capacità del tutto sconosciuti alle nostre latitudini? Questo non conta? Non è importante? Infine, gli esami truccati. L’Università della Calabria, dopo la mia segnalazione alla Procura della Repubblica di Cosenza, si è immediatamente costituita parte 

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