Solo qualche giorno fa l’agenzia antifrode dell’Unione Europea, l’Olaf, ci ha indicati come paese ad alto rischio sul fronte corruzione, poco trasparente e molto gradito ai malfattori. Dei 120 miliardi che secondo alcune stime vengono sottratte ogni anno all’economia europea dalle tangenti, ben la metà è di italica competenza ovvero 60 miliardi di euro. Ebbene a confermare questa tendenza poco esaltante oggi da Cosenza arrivano i dati sulla corruzione in Calabria dell’indagine di Demoskopica per la BBC Mediocrati di Rende. Circa 15 mila operatori economici avrebbero ricevuto richieste estorsive, mazzette e tangenti. I settori più colpiti quelli dell’edilizia con un 13.2% , dei servizi 13%, dell’agricoltura l’ 11,7%. La richiesta di tangenti viene avanzata principalmente da funzionari che gestiscono gli appalti pubblici 26.1%, da politici 17%, da esponenti delle forze dell’ordine 11.4%, a seguire altre figure preposte al rilascio di concessioni e autorizzazioni. Le motivazioni più frequenti? Velocizzare una pratica, truccare le gare, evitare problemi con le autorità. La percezione che la corruzione sia aumentata negli ultimi tempi è diffusa nel 54% degli intervistati, per il 41% è rimasta costante, solo l’1,5% ritiene che non ci sia. Eppure analizzando il trend delle denunce dal 2004 ad oggi si registra un incremento del 61%. Indicativi i dati relativi alle tipologia di reato: le truffe per le erogazioni pubbliche fanno la parte del leone con un 50%, a seguire l’abuso d’ufficio e l’indebita percezione a danno dello stato. Tra tasse, bustarelle e pizzo alla criminalità gli imprenditori sono in ginocchio.
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