Sono bastati sette mesi di indagine agli uomini della squadra mobile di Cosenzadiretta da Antonio Miglietta per individuare componenti, ruoli e attività di quella che viene considerata una vera e propria centrale di spaccio, con base nel centro storico di Cosenza capace di rifornire centinaia di tossicodipendenti con costanza e con una offerta variegata: eroina, cocaina, hashish, marijuana. La notte scorsa il blitz. Gli agenti hanno bussato alla porta dei 15 destinatari dei provvedimenti cautelari emessi dal GIP del tribunale Bruzio su richiesta del procuratore capo Dario Granieri e del sostituto Domenico Assumma, sette in carcere, sette ai domiciliari, un obbligo di firma. Quasi tutti residenti a Cosenza e molti con precedenti specifici. In carcere sono finiti Walter Filice, Michele Aiello, Mario Sacco, Italo Luigi Lorenzo, Agostino Ritacco, Antonio Di Fino, alias U cinese, Aldo Iulianelli, già detenuto. Domiciliari per Marco Paura, Carmine Anzillotti, Rolando Liguori, Salvatore Cardellicchio, Francesco Mastroianni, Andrea Laratta, Daniele Perri. I segugi della polizia per mesi li hanno sorvegliati, intercettati, pedinati e hanno cosi acclarato come il gruppo, sebbene non organico alle criminali, si rifornisse dal clan degli zingari avendo acquisito credibilità e fiducia. Pagavano in contanti le partite di stupefacenti. I guadagni erano ingenti anche perché tra clienti abituali e nuovi lo smercio era costante e capillare. Il gruppo si era dato una organizzazione quasi militare con una rete di sentille e addirittura di web cam per il controllo a distanza nel centro storico, piazza principale dello spaccio. Una piccola Scampia. Eseguite numerose perquisizioni. Si attendono ulteriori sviluppi.
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