Paradossalmente mentre si lanciano allarmi per l’aumento dei casi di femminicidio e di violenza sulle donne, la regione Calabria decide di non finanziare la legge n. 22/95 “progetto donna”. E cosi le associazioni scenderanno in piazza a Catanzaro il 15 febbraio 2014, in marcia verso sede della Giunta regionale e diversi flash-mob nel centro di Catanzaro, lungo Corso Mazzini. La decisione della vicepresidente Stasi, dicono le promotrici dell’iniziativa, seguita dall’approvazione del bilancio previsionale 2014 con un capitolo di spesa destinato al Progetto Donna pari a zero euro, ha di fatto potenziato la raccolta delle firme iniziata all’indomani della decisione comunicata al Coordinamento del Progetto Donna già mille quelle raccolte e la catena di solidarietà si è ulteriormente allargata e amplificata anche sui principali social network, dove la campagna “Mettiamoci la faccia per rilanciare il Progetto Donna” ha consentito di raccogliere centinaia di volti di cittadine e cittadini che hanno scelto di impegnarsi in prima persona e di metterci la propria faccia per difendere il Progetto Donna. Ricordiamo che attraverso la legge regionale è stato possibile finanziare i primi telefoni rosa per combattere la violenza sulle donne, creare biblioteche e centri d’informazione femminili a livello regionale, nonché realizzare percorsi formativi d’eccellenza. A distanza di quasi vent’anni dalla sua approvazione la legge istitutiva del Progetto Donna rimane una legge estremamente innovativa sia per i contenuti che per le metodologie partecipative insite nei sui articoli, per questo motivo manifesteremo sabato 15 febbraio vestite di rosso per dire basta al femminicidio, alla violenza fisica e psicologica contro le donne, e per combattere l’uccisione della speranza di creare un mondo migliore per le giovani generazioni in cui la democrazia paritaria e gli strumenti legislativi, conquistati con l’impegno dalle donne, siano realmente applicati e valorizzati. Quindi una richiesta forte: finanziare la legge.
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