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Vertenza San Bartolo
No accordi "prossimità"

"La Casa di cura San Bartolo Misasi ha inviato una missiva indirizzata al Prefetto, alla Giunta Regionale e ad altri destinatari, con la quale lamenta la mancata adesione delle organizzazioni sindacali confederali ad una proposta di soluzione della sua crisi finanziaria." E' quanto rende noto la Cgil di Cosenza-  "La proposta prevede di peggiorare alcune voci del trattamento economico dei dipendenti, in applicazione della legge 148/2011, che consente di fare accordi “di prossimità”, anche in deroga ai contratti collettivi nazionali di lavoro. Pur riconoscendo il momento difficile attraversato dall’azienda, gli stessi dipendenti ritengono di avere già dato un contributo fattivo per il superamento della crisi, dal momento che l’istanza di concordato preventivo presentata in tribunale prevede il congelamento di cospicui compensi arretrati da essi vantati. I lavoratori continuano a subire pressioni per dare il consenso alla proposta del contratto di prossimità, nonostante alcuni di essi siano penalizzati economicamente anche da un inquadramento inferiore alla loro qualifica, che il sindacato denuncerà agli organi competenti, dopo le opportune verifiche." " Vogliamo ribadire quanto da tempo denunciato: la sanità privata ormai non ha alcun carattere di impresa- conclude la nota-  vivendo unicamente dei fondi pubblici, senza dare segni di investimenti propri, di innovazioni tecnologiche, diversificazioni e miglioramenti della qualità dell’offerta di prestazioni. È da tempo che stiamo chiedendo alla Regione di intervenire per salvaguardare i diritti dei lavoratori: occorre superare i ritardi nei pagamenti delle spettanze attraverso uno strumento di canalizzazione diretta, perché le rimesse regionali siano destinate prima di tutto alla remunerazione del lavoro svolto. Non consentiremo che i lavoratori delle case di cura, che svolgono un lavoro pubblico a tutti gli effetti, diventino il bancomat delle proprietà private."

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