Dalla sanità ai rifiuti, dai Comuni a rischio dissesto alle difficoltà della pubblica amministrazione, dalle criticità delle nuove agenzie regionali alle battaglie vinte: Franca Sciolino incassa la conferma a segretaria della Fp Cgil di Cosenza dopo una relazione che entra nella carne viva dei problemi. E dopo un articolato dibattito congressuale concluso da Alfredo Garzi, segretario nazionale della Fp Cgil. Nella sua relazione,Franca Sciolino tocca molteplici tematiche: la necessità del rinnovo del contratti e della riforma della pubblica amministrazione; il successo nella causa di lavoro contro il Comune di Guardia Piemontese; il richiamo alle vertenze delle cooperative di tipo A e della Città dei ragazzi; la questione morale e le inchieste aperte a Cosenza; la positiva battaglia per il passaggio dei lavoratori delle soppresse Comunità montale a Calabria Verde, che però non decolla, così come l’Arssac; la vicenda dei rifiuti. “In questi giorni la spazzatura accumulata ai bordi delle strade ci ricorda che il problema non è mai stato risolto – accusa -. Anche qui i lavoratori non riescono ad avere la puntualità nei pagamenti ed il rispetto dei diritti contrattuali”. Senza dimenticare i Comuni alle prese con seri problemi finanziari. “Tra i casi più importanti, voglio ricordare il pre-dissesto di Cosenza, con la messa in mobilità di molti dipendenti, il pre-dissesto di Rende e il dissesto di Acri”. Per non parlare poi dell’Aterp di Cosenza che, “nonostante gli scossoni giudiziari, si barcamena tra una riforma che prevede l’accentramento in una sola azienda regionale e i continui commissariamenti di stampo politico, che difficilmente porteranno ad un risanamento dell’ente e ad una rimodulazione delle politiche abitative”. Sempre sul fronte dell’etica, il segretario della Fp Cgil sottolinea: “Dal 2009 gli accertamenti svolti in provincia da parte dell’Inps hanno consentito di svelare il fenomeno dei falsi rapporti di lavoro in agricoltura. Sono stati cancellate circa 100 aziende fittizie e depennati oltre 27.000 rapporti di lavoro fittizi, con un valore accertato di oltre 50 milioni di euro tra prestazioni già erogate (da recuperare) e blocco di indennità da erogare”.
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