
Antonio ha quindici anni e da qualche mese è finito in analisi per colpa di un ricatto subito da una giovane donna. Aveva saputo dagli amici che era possibile incontrare splendide ragazze su internet. E così, una notte, nel chiuso della sua stanzetta, trincerandosi dietro un nickname di fantasia, s'è messo a cercare dolci compagnie, imbattendosi in una sexy “intrattenitrice”, disposta a esibirsi senza veli. Sembrava un gioco e lui c’è stato. Sotto l’occhio magico della telecamera collegata al computer lei ha cominciato a denudarsi. Una volta rimasta senza veli, ha convinto il ragazzino a fare lo stesso. Antonio tremava tutto, era la prima volta che si faceva vedere nudo da una donna vera. Un’emozione che pensava di poter raccontare agli amici a scuola. A un certo punto lei gli ha chiesto se sapeva fare le cose dei grandi e lui le ha fatte. Non sapeva però che quella sua esibizione “guidata” veniva registrata. Se ne è accorto solo dopo qualche settimana, quando sul suo profilo è apparsa una richiesta con una clip allegata: «Se non vuoi che questo filmato venga visto dai tuoi amici e parenti dovrai pagare 500 euro». E così, Antonio, giocando col mouse e la webcam ha messo a rischio la sua stessa esistenza. Lentamente sta uscendo dalle sue paure. Con l’aiuto dell’analista e dei suoi genitori che si sono rivolti alla polizia delle comunicazioni di Cosenza. E sui tavoli degl’investigatori telematici, guidati dal sostituto commissario Tiziana Scarpelli, c’è una dozzina di esposti simili che vedono coinvolti ragazzini d’età compresa tra i 14 e i 17 anni.
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