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Pse all'attacco
assunzioni illegittime

"La notizia dell’avvio da parte dell’Azienda ospedaliera di Cosenza delle procedure per l’assunzione di 22 disabili tra assistenti e collaboratori amministrativi anziché sanare le ataviche carenze di infermieri e medici che mettono quotidianamente a rischio l’erogazione dei Lea, contribuisce a rafforzare l’idea che all’Annunziata la situazione sia ormai sfuggita di mano e si sia completamente perso il bandolo della matassa". E' la denuncia del PSE  di Cosenza. "Aldilà della volontà di assumere amministrativi piuttosto che medici e infermieri, ciò che lascia perplessi sono i diversi profili di illegittimità degli atti di indizione dei bandi concorsuali e, nello specifico, delle determine n.535 e 536 del 24 luglio 2014. Appare inverosimile che la volontà aziendale di assumere nuovo personale, in una regione per di più sottoposta a Piano di rientro, venga espressa da un dirigente di struttura complessa anziché dai vertici aziendali senza peraltro chiedere preventivamente l’autorizzazione al competente Dipartimento regionale. A questo punto chiediamo di conoscere le ragioni per cui si è preferito assumere personale amministrativo e non, invece, infermieri, viste le tante criticità in ambito sanitario oppure Operatori socio sanitari (Oss) considerata la carenza che lo scorso anno ha portato l’Azienda ospedaliera a richiedere tali figure alla società Dussmann cui era stato esternalizzato il servizio pulizie e inservientato. Perché non assumere portieri visto che il plesso B degli uffici amministrativi dell’Azienda ospedaliera di via San Martino recentemente è stato chiuso per assenza di un portiere e i dipendenti sono costretti a entrare dal plesso A? Perché non assumere commessi considerato che dello smistamento della posta interna, così come di tante altre mansioni proprie dei commessi, allo stato attuale se ne devono occupare direttamente assistenti e collaboratori amministrativi? Da una prima valutazione di tutti questi elementi appaiono evidenti profili di illegittimità che potrebbero far sorgere contenziosi in sede civile e amministrativa con conseguenti rischi di danni erariali. Stante l’assenza del commissario al Piano di rientro, appare necessario un intervento della struttura commissariale che, al momento, rappresenta la massima autorità regionale in materia, per conoscere le valutazioni su detta questione e sapere se la stessa non abbia rilevato profili di illegittimità tali da rendere opportuno la revoca in autotutela delle determine n. 535 e 536 del 24/07/2014 nel rispetto dei principi di buon andamento, trasparenza ed economicità dell’azione amministrativa".

 

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