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Crollano i consumi
Rio 'tsunami per le
famiglie calabresi'

Che la crisi stia sfiancando i calabresi non ci sono dubbi, la maggior parte ne vive gli effetti devastanti sulla propria pelle, ma a dare contezza della deflagrazione i dati contenuti nel consueto  borsino di Demoskopika sui consumi delle famiglie in Calabria. Uno tsunami  come lo ha definito l’economista dell’istituto di ricerca,  Raffaele Rio,  che ha travolto un milioni di calabresi. Tra il 2012 e il 2013, la spesa si è contratta di  oltre 1,2 miliardi di euro pari al 4,5% del Pil regionale. Ben 795 mila i nuclei familiari che hanno ridotto considerevolmente i consumi. Ogni nucleo familiare ha deciso di tirare la cinghia di 1.600 euro. Nel 2013, infatti, la spesa media mensile delle famiglie calabresi si è attestata a 1.632 euro. I risparmi maggiori su alimentari e abitazione. In crescita, soltanto le spese per gas,  energia e istruzione, vele a dire  acquisto libri e spese per il mantenimento agli studi dei figli. Per la scuola le famiglie hanno  sborsato mediamente circa 2.000 euro a famiglia, oltre 1,5 miliardi di euro complessivamente pari al 9,8% del budget disponibile. Le famiglie calabresi sono al collasso e hanno drasticamente cambiato abitudini.  Cresce a velocità impressionante l’area della povertà che risucchia anche categorie fino a qualche anno fa considerate abbienti. 71 mila famiglie in più rispetto al 2012 scivolate nel disagio. Il 48,6% dei nuclei familiari, vale a dire  961.962  calabresi versa in uno stato di quasi o  totale indigenza.  “Pagare il mutuo, le bollette per l’affitto, la luce, il gas e il riscaldamento, le spese di condominio, gli abbonamenti per il trasporto urbano ed extra-urbano, le tasse scolastiche, l’acquisto di libri, la vacanza e tanto altro ancora - evidenzia Raffaele Rio che con il pool di esperti di Demoskopika ha redatto lo studio - è molto più difficoltoso rispetto già ai dodici mesi precedenti. Lo spettro della povertà non fa sconti a nessuno. Il processo di impoverimento costituisce, dunque, oramai un fenomeno crescente che coinvolge strutturalmente circa la metà delle famiglie calabresi. E il futuro appare ancora più nero. Le stime per il 2014, prevedendo una ulteriore riduzione dell’ 1,6 per cento rispetto al 2013. Il tutto – commenta amaramente Rio - tra l’indifferenza e l’autoreferenzialità della politica che alimentano il pessimismo dei cittadini contraendo ulteriormente la propensione al consumo”.

 

 

 

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