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Foggetti indica il nome del killer

  Una storia di raggiri e tradimenti. «Chi ti proporrà un incontro è il traditore!»: lo scrittore Mario Puzone “Il padrino” mise in bocca a don Vito Corleone il più prezioso dei consigli destinato al figlio Michael. Era in atto uno scontro e Tessio, solo apparentemente un fedele amico del mammasantissima, propose un incontro con l’emissario dei nemici. Era una trappola. Chi ha letto il libro sa come andò a finire. In Calabria succedono cose che sembrano ispirate alla fantasia dei grandi autori. Luca Bruni, 42 anni, “reggente” del - l’omonimo clan di Cosenza, uscito dal carcere chiese conto nel dicembre del 2011 del denaro destinato alla sua “famiglia”. Denaro che non era stato ritualmente corrisposto dalle altre consorterie. Mostrò la faccia feroce e pretese delle spiegazioni. I suoi due più fedeli “amici”, Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti, il tre gennaio del 2012 gli comunicarono che i due boss più importanti della provincia all’epoca latitanti – Ettore Lanzino e Franco Presta – volevano vederlo per chiarire ogni cosa. Non era vero. Bruni, però, non poteva immaginarlo. Così accettò l’appuntamento e si mise in auto con i “compari”. Di Foggetti (foto in basso) e Lamanna si fidava perché facevano parte da tanto tempo del suo gruppo ed erano stati fedelissimi compagni d’arme del fratello, Michele, morto in carcere per un male incurabile. La vettura si diresse verso un’area di campagna posta in località Saporito di Rende. Appena giunti sul posto, Luca scese dal veicolo e venne fulminato con due colpi di pistola alla testa. Eppoi immediatamente sepolto dentro una buca che era già stata opportunamente preparata. La tomba era pronta da un giorno. A raccontare i retroscena di questa barbara esecuzione è stato proprio Foggetti che, finito in manette nelle scorse settimane per estorsione e indagato per l’omicidio del “reggente”, ha deciso di vuotare il sacco. Ai pm antimafia Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni della Dda di Catanzaro ha confessato tutto facendo persino ritrovare i miseri resti di Bruni nascosti da due anni sotto quaranta centimetri di terriccio e riconosciuti grazie all’orologio che la vittima portava al polso. Foggetti avrebbe tirato pesantemente in ballo il complice indicandolo come il presunto autore materiale del delitto. Daniele Lamanna è peraltro latitante da alcune settimane perché destinatario di un provvedimento di fermo per omicidio (poi non convalidato) e di una ordinanza di custodia cautelare per estorsione fatti notificare dalla procura distrettuale diretta da Antonio Vincenzo Lombardo. Lamanna e Foggetti erano stati indicati come i probabili esecutori dell’assassinio del “reggen - te” già lo scorso anno da Edyta Kopaczynska, cognata di Luca Bruni. 

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