Lavoratori dei call center ‘usa e getta’. Vengono assunti come stagisti con gli incentivi previsti dalla regione e poi a distanza di uno due anni vengono licenziati per assumere altre persone e avere altri incentivi. Una girandola fruttuosa per gli imprenditori, macelleria umana per le persone che vedono svanire il sogno del lavoro dopo tanti sacrifici, con una formazione fugace perché vengono subito buttati a coprire i turni più disagiati, le ferie degli assunti e se poco poco si ammalano gli vengono scalati 20 euro al giorno dai 400 euro mensili. Nessuna tutela. Disagi subiti con la speranza di rimanere. L’ultima denuncia arriva da 300 stagisti di uno dei più noti call center calabresi, Abramo, impiegati nelle sedi di Catanzaro, Crotone, Cosenza e che sono stati mandati a casa perché l’azienda ha richiesto altri nuovi stagisti e nuovi corsi di formazione e ‘alla regione- dicono – nessuno si è posto il problema di che fine avessero fatto i precedenti’. Eppure il Jobs Act dovrebbe favorire le assunzioni a tempo indeterminato, perché l’azienda non lo utilizza? E’ forse più conveniente utilizzare sempre nuovi stagisti? A che servono gli strumenti per incentivare il lavoro stabile? Ma in Calabria capita anche che sempre più aziende, è vero che c'è la crisi, ma non paghino i lavoratori da 8/9 mesi, quasi fosse un costo secondario, e poi all’improvviso pretendono dimissioni o minacciano licenziamenti. E capita anche che nelle aziende in difficoltà e in debito con l’INPS, i lavoratori in malattia per problemi serissimi non vedano lo stipendio sia perché l’azienda non paga sia perché l’INPS non eroga direttamente il dovuto al lavoratore e probabilmente sconta i debiti dell’imprenditore. Doppia beffa per chi ha bisogno di cure. Un sistema di abusi, soprusi, sopraffazioni, ricatti per non parlare del lavoro nero!. Anche se le ‘illegalità’ non sono solo nel privato, in alcuni settori del pubblico si assiste al mancato pagamento dei contributi da parte dello stato ad LSU-LPU, a dipendenti che non percepiscono gli stipendi per mesi, mentre imperversano sprechi e scandali, pensiamo a tutta la partita dei lavoratori in mobilità in deroga. Allora, ci si chiede, dov’è la legalità in questo paese? Chi controlla che gli incentivi, le risorse pubbliche non siano solo una ghiotta occasione per i soliti furbi? Chi controlla che tutti i lavoratori abbiano tutele reali? Queste illegalità inquinano tra l’altro il mercato del lavoro, penalizzano le aziende sane che rispettano le regole.
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