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Verso amministrative
clima avvelenato

Prodromi di campagna elettorale al vetriolo a Cosenza. Oggi a puntare l’indice è l’ex sindaco Pietro Mancini che in una nota parla di “Un certo, eccessivo nervosismo, dalle parti del Palazzo di Città, grancassa da campagna elettorale sui Social network, in largo anticipo, e toni sgradevoli, come li ha definiti l'esperto e serio consigliere, Sergio Nucci, nelle risposte ai documentati quesiti, posti, con pacatezza, da Marco Ambrogio e da altri esponenti dell'opposizione. Qualcuno informi i responsabili del Comune – prosegue la nota - che, ormai, da tempo, è caduto il dogma dell'infallibilità del Papa. È stato introdotto, all'insaputa... dei cittadini e dei media, quello dell'infallibilità degli esponenti del famiglione, che controlla il municipio, la Provincia e ha un suo rappresentante, pur silenzioso, alla Camera dei deputati?  Gradiremmo una cortese risposta che, se possibile, non contenga il pur gentile, ma tutt'altro che gradito, auspicio del nostro passaggio a miglior vita... In democrazia, il compito, non meno importante di quello  del governo e delle giunte, è affidato alle minoranze. E consiste, dicono in Gran Bretagna, nel "mordere le caviglie", cioè nell'incalzare i "manovratori" dei Palazzi del potere, con critiche, talvolta aspre ma costruttive, proposte, alternative, e contributi, migliorativi, dei progetti, presentati da quanti sono stati chiamati a gestire, con trasparenza, nell'interesse della collettività, pro tempore, la cosa pubblica. Al termine del mandato, spetterà agli elettori formulare, nelle "gabine", il loro giudizio sull'operato dei governanti. È la democrazia, bellezze ! Altro principio, molto spesso non osservato - ed è un fatto disdicevole - nel Sud e nell'aspra Calabria, è quello della doverosa fedeltà degli eletti al mandato, ricevuto dal popolo. Si potrebbe rispondere: è vero, ma i recenti "salti della quaglia", a Cosenza, sono stati effettuati da eminenti politici, di un livello non inferiore a quello di de Gasperi, sulla base di forti, nobili convinzioni ideologiche e dopo laceranti conflitti interiori. Bene. Ma, come diceva Zu' Giulio Andreotti, a sospettare inciuci, do ut des e trasversalismi, si fa peccato ma spesso...ci si azzecca”.

 

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