Dentro le fiamme che, nella notte tra sabato e domenica scorsi, hanno divorato l’auto dei familiari di Antonio Taranto si nasconde un mistero fitto. Dubbi che quell’incendio, che ha illuminato le tenebre in via Popilia, possa essere un messaggio rivolto ai parenti del ventiseienne assassinato all’alba della Domenica delle Palme dello scorso anno.
Un “avvertimento” per non meditare vendette e, soprattutto, un invito a tenere la bocca chiusa davanti agli inquirenti.
Dentro quelle fiamme c’è tutto e c’è niente, ci sono ipotesi e, per il momento, solo quelle, in attesa che gl’investigatori acquisiscano elementi utili per dare una soluzione a questo rompicapo.
Gl’investigatori non si sbilanciano anche se dalle loro indagini sembrano affiorare collegamenti con l’inchiesta sul delitto Taranto, senza però ipotizzare nomi di mandanti ed esecutori. Resta un fatto grave, una minaccia perchè quella macchina era in uso ai fratelli della vittima ed era parcheggiata sotto l’abitazione di famiglia.
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