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Lo sguardo del killer riconosciuto dal sopravvissuto

Lo sguardo del killer riconosciuto dal sopravvissuto

Notte di pioggia e morte, piombo e vendetta. Era il 16 febbraio 2011, notte del duplice omicidio di Rosellina Indrieri e sua figlia Barbara De Marco, 45 e 22 anni. La cronaca l’ha archiviata come la strage di San Lorenzo. Un racconto di violenza brutale e difficilmente spiegabile che ha fatto il giro d’Italia pretendendo verità e giustizia. La procura antimafia di Catanzaro ritiene d’avere raggiunto la prima e sta lavorando per soddisfare anche la seconda. Cresce l’attesa per il 12 febbraio, quando le parti torneranno dinanzi alla Corte d’assise d’appello di Catanzaro per l’intervento delle difese dopo la requisitoria del sostituto procuratore generale, Salvatore Curcio, che a metà dicembre ha chiesto la conferma degli ergastoli inflitti in primo grado dalla corte d’assise di Cosenza a Domenico Scarola, 30 anni, e Salvatore Francesco Scorza, 34 anni, difesi dagli avvocati Luca Acciardi, Franz Caruso, Lucio Esbardo, e Sergio Rotundo. Sono considerati gli esecutori materiali del duplice omicidio consumato con fucili a canne mozze e pistole calibro 9.

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