Truffe on line: anche un prete denuncia. La rete si rivela un’arma a doppio taglio. Sono sempre in aumento i reati, soprattutto a sfondo sessuale, perpetrati da avventi donne di nazionalità straniera che chiedono amicizia tramite i social network per poi ricattate coloro che accettano di conoscerle. Uno stratagemma che viene utilizzato soprattutto grazie al più noto dei social network, strumento di comunicazione che conta milioni di utenti in tutto il mondo.
Non è soltanto il prelato che a Paola (Cosenza) ha denunciato tutto questo. Nella rete sono finiti in tanti. E le segnalazioni si susseguono. I nomi, naturalmente falsi, delle donne che chiedono amicizia in alcuni casi sono gli stessi. Poi dopo le tante segnalazioni vengono bloccati. Per ripresentarsi, ovviamente, con un altro nome. Le foto del profilo amico sono da attrattiva in quanto si presentano donne piacenti e dai costumi facili.
I consigli per difendersi sono semplici. Bisogna denunciare il tutto alla Polizia postale che così prova ad avviare l’identificazione. Mai piegarsi a eventuali ricatti. Alcune volte le somme richieste sono alte, altre vanno dai 200 ai 500 euro. E non si fermano soltanto al primo approccio. Se la gente accetta le richieste diventano più frequenti e le somme vanno aumentando. In caso di rifiuto si minaccia di mandare tutto on line.
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