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Resta in carcere il cognato
della vittima

Resta in carcere il cognato della vittima

Resta in carcere Paolo Di Profio, l’infermiere di 46 anni accusato di avere ucciso l’ex cognata Anna Giordanelli, di 53, medico di base, colpendola alla testa con un piede di porco mentre stava facendo jogging non lontano da casa. Il gip del tribunale di Paola, infatti, ha convalidato il fermo disposto dalla Procura della Repubblica ed ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
La decisione del giudice è giunta al termine dell’ interrogatorio di garanzia nel corso del quale Di Profio, assistito dall’avv. Sabrina Mannarino, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

A carico dell’uomo, secondo l’accusa - le indagini sono state
coordinate dal procuratore Bruno Giordano e dai pm Sonia Nuzzo e
Maria Camodeca - ci sono elementi che di fatto «blindano il
quadro indiziario». In particolare Di Profio, dopo avere
inizialmente negato ogni addebito, aveva ammesso le proprie
responsabilità davanti ai carabinieri quando è stato sentito
come persona informata sui fatti, affermando di avere ucciso
Anna Giordanelli perché la riteneva responsabile della sua
separazione dalla moglie, sorella del medico.
Davanti al pm, che lo aveva interrogato subito dopo nella
caserma dei carabinieri, si era invece avvalso della facoltà di
non rispondere. Stessa scelta fatta oggi davanti al gip.
Ma secondo l’accusa, a carico di Di Profio, al di là delle
sue dichiarazioni, ci sono le macchie di sangue trovate nel
lavandino del bagno e sull'auto dell’uomo, le immagini di una
telecamera di videosorveglianza di un’abitazione privata che
hanno ripreso la sua auto, una Panda verde, transitare
lentamente subito dopo che era passata Anna Giordanelli e poi
allontanarsi a forte velocità in direzione opposta, ed il piede
di porco usato per l’omicidio che è stato riconosciuto dall’ex
moglie di Di Profio come in uso all’uomo. (

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